La chiesa buddista unificata del Vietnam lamenta un aumento della repressione

Monaci vessati dalla polizia, mentre la stampa governativa e la chiesa ufficiale li accusano di avere il sostegno di "forze straniere ostili"


Hanoi (AsiaNews/Agenzie) - La Chiesa buddista unificata del Vietnam, non riconosciuta dal governo, lamenta un aumento della repressione nei sui riguardi, una sorveglianza più stretta ed anche attacchi della stampa governativa.

Il numero 2 della Chiesa buddista unificata, il monaco settantasettenne Thich Quang Do, rende noto l'Ufficio internazionale di informazione buddista, è stato sottoposto a pressioni della polizia mentre si recava ad una pagoda di Ho Chi Min city, per rendere omaggio ad un monaco zen del diciassettesimo secolo. Il fatto è avvenuto sabato scorso: anche numerosi altri monci presenti hanno subito vessazioni e la polizia ha preso fotografie delle persone presenti all'interno della pagoda.

Il monaco Do, che come il suo superiore Thich Huyen Quang, 86 anni, vive praticamente a residenza coatta, è tornato sano e salvo al suo monastero, anche se "spaventato e preoccupato".

La Chiesa buddista unificata, che è stata bandita nel 1981, in seguito al suo rifiuto di sottomersi al Partito comunista, da qualche tempo è oggetto di attacchi da parte della stampa di regime, che l'accusa di voler dar vita a suoi comitati. Il 15 novembre l'agenzia vietnamita AVI, citando la chiesa buddista ufficiale ha scritto che "alcuni membri anziani" della Chiesa buddista unificata, "si sono separati dal movimento buddista e dall'intera nazione, con il sostegno di forze straniere ostili" ed ha condannato gli appelli che "alcuni membri della disciolta organizzazione" stanno facendo per la sua ricostituzione.