Danneggiate quattro petroliere nel Golfo. Fonti Usa accusano l’Iran

Nel mirino due petroliere battenti bandiere saudite, una norvegese e una degli Emirati Arabi Uniti. Abu Dhabi parla di episodio “grave”. Teheran auspica una inchiesta approfondita per fare chiarezza. Fonti giornalistiche smentirebbero la versione dell’incidente. Il segretario di Stato Usa a Bruxelles in cerca di alleati per la guerra alla Repubblica islamica.


Abu Dhabi (AsiaNews/Agenzie) - Quattro navi commerciali sono state oggetto di misteriosi “atti di sabotaggio” al largo degli Emirati Arabi Uniti, nel contesto di una situazione di tensione fra Stati Uniti (e alleati arabi) e Teheran che non accenna a diminuire. Secondo quanto riferiscono le autorità di Riyadh e Abu Dhabi il danneggiamento, le cui circostante restano misteriose, sarebbe avvenuto il 12 maggio scorso e ha riguardato due petroliere battenti bandiere saudite, una norvegese e una degli Emirati Arabi Uniti. 

Il primo a parlare dell’incidente nelle acque del Golfo è stato il ministro dell’Energia degli Emirati Khaled al-Falih, secondo cui “due petroliere saudite sono state oggetto di atti di sabotaggio nella zona economica esclusiva (ZEE) degli Emirati Arabi Uniti, al largo della costa dell’emirato di Fujaïrah“. Le imbarcazioni, aggiunge, “erano sul punio di entrare nel Golfo d’Arabia”. 

Abu Dhabi non ha voluto fare i nomi dei possibili autori del danneggiamento, ma parla di episodio “grave” che determinerà delle conseguenze. In realtà, alcune immagini rilanciate sempre ieri dall’Associated Press (Ap) smentirebbero la versione del sabotaggio e le navi oggetto del (presunto) attacco non mostrerebbero danni evidenti sulle fiancate. 

Una fonte ufficiale degli Stati Uniti a Washington - senza fornire prove a sostegno - accusa l’Iran e i suoi alleati, che avrebbero usato esplosivo per colpire le quattro imbarcazioni. In realtà, dalle foto satellitari fornite dalla Maxar Technologies, azienda con base nel Colorado, rivelano un piccolo danno, che potrebbe aver causato fuoriuscita di greggio, solo nella petroliera degli Emirati A. Michel. Le altre tre navi, invece, risultano integre o senza danni evidenti. 

Intanto le autorità iraniane hanno invocato l’apertura di un’inchiesta, rivendicando la propria estraneità ai fatti. “Questi incidenti nel mare dell’Oman sono allarmanti e disdicevoli” ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, il quale mette in guardia contro “l’avventurismo (di alcuni attori) stranieri” per destabilizzare la regione. Immediata la replica dell’omologo degli Emirati, il quale assicura che “l’inchiesta sarà condotta in maniera professionale”, ma Abu Dhabi avrebbe già “la propria versione dei fatti e le proprie conclusioni”. 

La denuncia del sabotaggio è coincisa con la visita ieri a Bruxelles del segretario di Stato americano Usa Mike Pompeo. Il capo della diplomazia Usa ha incontrato gli omologhi dell’Unione europea (Ue) per discutere di “questioni urgenti, ovvero l’Iran e l’accordo nucleare. Nel contesto dell’incontro [organizzato “in tutta fretta” come accusa il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini] è emersa ancora una volta la sostanziale differenza di visioni fra le parti con l’Europa impegnata a salvare ciò che resta dell’accordo nucleare (Jcpoa). E gli Stati Uniti alla ricerca di un pretesto per colpire la Repubblica islamica.