Seoul, lavoro giovanile in crisi: sempre più laureati all’estero

Nel 2018 sono partiti in 5.783, più del triplo rispetto al 2013. Quasi un terzo si è trasferito in Giappone, dove manca forza lavoro. La gioventù sudcoreana è la più istruita tra i Paesi Ocse: all’università il 75% dei liceali. Mentre esporta laureati disoccupati, Seoul è però costretta ad importare colletti blu.


Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Sempre più laureati sudcoreani aderiscono ai programmi del governo per trovare impiego all'estero, spinti da tassi di disoccupazione giovanile senza precedenti in patria. Programmi statali come K-move, lanciati per garantire a ragazzi e ragazze “posti di qualità” in 70 Paesi del mondo, nel 2018 sono stati fonte d’impiego per 5.783 laureati, più del triplo rispetto al 2013 – primo anno dell’iniziativa. A causa della crescente domanda, il governo ha anche aumentato i fondi stanziati da 57,4 miliardi di won (43 milioni di euro) nel 2015 a 76,8 miliardi nel 2018 (57,5 milioni).

Quasi un terzo dei giovani si è trasferito in Giappone, nazione che soffre di una storica carenza di manodopera (disoccupazione ai minimi da 26 anni); un quarto è andato negli Stati Uniti, dove ad aprile scorso la popolazione inattiva è scesa al minimo da quasi mezzo secolo. Quanti partecipano al programma non sono tenuti a ritornare in Corea del Sud. Kim Chul-ju, vice preside di facoltà presso l'Asian Development Bank Institute, spiega alla Reuters che “la fuga dei cervelli non è una preoccupazione immediata per Seoul. Piuttosto, è più urgente impedire che i giovani scivolino nella povertà, anche se ciò significa spingerli all'estero”.

Lo scorso anno, la Corea del Sud ha generato solo 97mila posti di lavoro, record negativo dalla crisi finanziaria globale. Quasi un giovane sudcoreano su cinque (20%) è senza lavoro dal 2013, dato superiore al 16% medio tra i Paesi membri dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). Secondo il governo, a marzo un cittadino su quattro nella fascia di età 15-29 anni non era impiegato o per scelta o per mancanza di lavoro.

Mentre un numero crescente di laureati si sta spostando all'estero per lavoro, la Corea del Sud è costretta ad accogliere più stranieri per risolvere un altro problema del lavoro: una grave carenza di operai. Seoul vanta la gioventù più istruita nell'Ocse, con tre quarti degli studenti delle scuole superiori che si iscrivono all’università, rispetto alla media del 44,5%. Ma anche di fronte all’eccesso di diplomati super qualificati e sottoccupati, la maggior parte dei giovani si rifiuta di accettare impieghi più umili. Per questo, gli imprenditori si trovano costretti a sostenere costi maggiori con l’assunzione di immigrati provenienti da Paesi come Filippine, Indonesia e Vietnam.