Vientiane: ‘terra al posto del cemento’ nelle fondamenta della diga crollata

Lo scorso 23 luglio, 5 miliardi di metri cubi d’acqua si sono riversati su 12 villaggi nel sud del Paese. Il disastro ha causato almeno 40 morti e decine di dispersi. Secondo esperti internazionali, sono stati fatali i difetti di costruzione. L’azienda sudcoreana proprietaria dell’impianto respinge le loro conclusioni.


Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Difetti di costruzione, come la terra di riporto utilizzata al posto del cemento, sono la causa del fatale crollo di una diga nell’impianto idroelettrico Xe-Pian Xe-Namnoy (Pnpc), avvenuto il 23 luglio dello scorso anno. Lo ha affermato ieri il governo laotiano, citando le conclusioni del Comitato di esperti internazionali (Iep) che ha investigato il caso. In seguito al collasso della struttura, 5 miliardi di metri cubi d’acqua si sono riversati su 12 villaggi nelle province meridionali di Champassak e Attapeu, causando almeno 40 morti e decine di dispersi. Il disastro ha costretto le autorità della vicina Cambogia ad evacuare migliaia di cittadini che vivono sulle rive del fiume Sekong.

Singpheth Bounsavathiphanh, vicepresidente dell'Autorità di controllo del governo e del Comitato investigativo del Laos ha dichiarato: “Lo Iep ha scoperto che la causa principale del crollo è stata l'elevata capacità di assorbimento delle fondamenta della diga ausiliare D, unita al terreno poroso e facilmente eroso e al livello dell’acqua in risalita. Queste condizioni hanno causato l'erosione all'interno del basamento. Quando l'erosione ha raggiunto un certo livello, la diga è diventata instabile e ha iniziato a scivolare. Ad un certo punto, questa non ha più retto la pressione dell’acqua”.

Il Pnpc è un consorzio formato nel 2012 da una società laotiana e la sudcoreana SK Engineering & Construction. Il coinvolgimento di quest’ultima nel progetto aveva spinto Seoul ad inviare squadre di soccorso in Laos per contribuire a mitigare gli effetti del disastro. Alle operazioni hanno preso parte anche esperti provenienti da Cina, Vietnam e Thailandia. Subito dopo la pubblicazione del rapporto dello Iep, la SK Engineering & Construction ne ha respinto le conclusioni, mettendo in dubbio le basi scientifiche dell’indagine.

Nel frattempo, sono in corso i lavori di costruzione di una nuova diga sussidiaria a poco più di un chilometro da quella crollata lo scorso anno. Funzionari governativi riferiscono che la nuova struttura, lunga 400 metri sarà realizzata in cemento e ancorata ad una profondità di almeno 10 metri nel terreno. Sulla scia del disastro di Xe-Pian Xe-Namnoy, il Laos sta rivedendo il suo ambizioso progetto di dighe idroelettriche, con il quale intende diventare la “batteria dell'Asia” e vendere energia ai suoi vicini più industrializzati come Cina, Tailandia e altri.