India, il lavoro di 20mila bambini dietro il luccichio dei cosmetici (Foto)

L’India è il più grande produttore al mondo della mica, utilizzata in cosmetica e nella produzione di vernici. Nella Giornata mondiale contro il lavoro minorile, il People’s Vigilance Committee on Human Rights presenta un reportage sulle miniere del Bihar e Jharkhand. Dalle foto di Ravi Mishra di Delhi emerge la tragedia dei piccoli minatori, privati dei loro diritti di bambini.


New Delhi (AsiaNews) – Il lavoro minorile è “una delle più odiose violazioni dei diritti umani, che provoca un impatto negativo direttamente sulla vita, la salute e l’educazione dei bambini”. Lo afferma ad AsiaNews Lenin Raghuvanshi, direttore esecutivo del Peoples’ Vigilance Committee on Human Rights (Pvchr) di Varanasi. In occasione della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, che ricorre oggi, il gruppo divulga un’iniziativa in collaborazione con Ravi Mishra, artista e fotografo di Delhi. Con il suo reportage nelle cave del Bihar e del Jharkhand, egli vuole denunciare lo sfruttamento di migliaia di minori costretti a estrarre la mica, una sostanza essenziale per l’industria cosmetica e delle automobili. La produzione del “più oscuro segreto di bellezza”, scrive il fotografo sul suo blog, ruba l’infanzia a 20mila bambini. 

Nel Paese i dati più aggiornati sul lavoro minorile sono quelli del censimento del 2011. Le autorità definiscono come “economicamente attivi” almeno 10,1 milioni di bambini tra i cinque e i 14 anni (5,6 milioni maschi e 4,5 femmine). La maggior parte dei minori vive nelle aree rurali (circa 8 milioni).

L’India è il più grande produttore al mondo di mica, pari al 60% della produzione globale. Raghuvanshi spiega che “lo sfruttamento dei bambini nelle miniere è molto comune per la loro piccola statura e le agili mani che riescono a entrare con più facilità nelle cavità e a selezionare più velocemente i piccoli pezzi”. Secondo Mishra, i bambini corrono numerosi pericoli, “legati al lavoro nelle miniere illegali e senza regolamentazione, rischi di lungo periodo per la salute, analfabetismo”.

Il fotografo spiega che nel 1980 l’India ha varato una legislazione per limitare la deforestazione, costringendo alla chiusura molte miniere di mica e al rispetto di rigorose regole ambientali. “Ma l’enorme domanda – aggiunge – ha fatto proliferare le miniere illegali in tutto il Paese”. Da soli, gli Stati di Jharkhand e Bihar producono il 25% del totale nazionale. Per contrastare lo sfruttamento, in queste aree il Pvchr offre istruzione gratuita e corsi di formazione per le donne.

Per estrarre il minerale luccicante, sottolinea Mishra, “i bambini rischiano la propria salute nelle miniere fantasma. Molti di loro muoiono sepolti in gallerie buie e pericolanti. Il 90% delle morti non viene nemmeno riportato, a causa delle attenzioni non gradite che esse rischierebbero di suscitare”.

Il proliferare del lavoro minorile è dovuto alla povertà delle aree rurali, dove “spesso mandare i figli a estrarre la mica è l’unico mezzo di sostentamento”. I bambini vengono pagati circa un dollaro ogni 10 kg di minerale separato. I dati ufficiali, sottolinea l’artista, “non combaciano con i numeri reali: nel 2015 l’India ha prodotto 19mila tonnellate di mica, ma ne ha esportate 140mila”. I profitti, conclude, “vengono fatti sulle spalle dei bambini, che la maggior parte delle volte nemmeno conoscono il nome della pietra che hanno in mano. Ma ciò che conta è che il lavoro minorile fa scintillare il mondo: questa è la vergognosa verità dietro il luccichio del make-up minerale e il glamour delle automobili”.

(Photo credit: Ravi Mishra, dal suo profilo Instagram)