Modi contro Trump: Delhi impone dazi su 28 merci americane

Le tariffe sono entrate in vigore ieri. Il volume di scambi tra i due Paesi è stato di 142 miliardi di dollari nel 2018. Tra i prodotti bloccati, ci sono mandorle, mele e noci.


New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – In seguito alla decisione di Washington di cancellare l’India dalla lista di Paesi che godono di scambi commerciali privilegiati, Delhi ha deciso d’imporre nuove tariffe su 28 merci importate dagli Stati Uniti. La misura commerciale è entrata in vigore ieri e si applica ad alcuni dei beni di cui l’India è maggior importatore: mandorle, mele e noci.

La scelta delle autorità di Delhi era stata annunciata dal giugno dello scorso anno, ma veniva rimandata dopo le trattative tra i governi. Alcune delle tariffe applicate da ieri prevedono una riduzione del volume degli scambi fino al 70% del loro volume. Secondo il Ministero indiano delle finanze, la misura economica è “nell’interesse della nazione”.

Gli scambi commerciali tra India e Stati Uniti hanno raggiunto livelli da record: nel 2018 il volume d’affari di beni e servizi è stato di 142 miliardi di dollari, sette volte il livello del 2001. Secondo il Dipartimento americano per l’agricoltura, lo scorso anno l’India è stata il maggior compratore al mondo di mandorle americane (543 milioni di dollari), il secondo per l’acquisto di mele (156 milioni di dollari).

Ora circa 5,6 miliardi di scambi tra i due Paesi sono a rischio a causa dell’eliminazione dell’India dall’elenco dei Paesi che beneficiano del programma di Sistema generalizzato di preferenze (Gsp, Generalised System of Preferences). Si tratta di programma di creato da Washington negli anni ’70, che prevede il commercio di beni senza l’imposizione di tasse doganali. È rivolto ai Paesi in via di sviluppo che soddisfano una serie di requisiti stabiliti dal Congresso: protezione della proprietà intellettuale, lotta al lavoro minorile, rispetto delle regole internazionali sul diritto dei lavoratori.

Secondo l’amministrazione del presidente Trump, l’India non “merita” più il sistema privilegiato perché viaggia a livelli elevati di crescita economica. Tuttavia, sebbene alti, i numeri sono stati truccati per scopi elettorali.