Muhammad Bilal Khan è stato attirato in una trappola e lasciato agonizzante in una boscaglia. Era diventato famoso per le critiche sulle divisioni tra sunniti e sciiti e le misteriose sparizioni di attivisti. La società civile chiede giustizia.
Islamabad (AsiaNews) – Muhammad Bilal Khan, un famoso blogger pakistano di 22 anni, è stato accoltellato a morte. L’omicidio è avvenuto il 16 giugno in un quartiere di Islamabad. Questo ha suscitato profonda indignazione nella società civile. Infatti, nonostante la giovane età, egli era noto per le sue posizioni critiche nei confronti di alcune delle tematiche più delicate del Paese: divisioni religiose tra sciiti e sunniti, sparizioni forzate a opera dell’esercito e delle agenzie d’intelligence.
L’ultimo post pubblicato il giorno della morte era un commento sarcastico nei confronti del nuovo capo dei servizi segreti pakistani, il gen. Faiz Hameed, radicale islamico. Il blogger è l’ultimo di una lunga lista d’intellettuali ridotti al silenzio, tramite minaccia o eliminazione fisica.
La polizia riporta che il popolare volto dei social è stato lasciato agonizzante in una boscaglia nell’area G-9/4 di Islamabad. Il giovane aveva ricevuto una telefonata e si era recato all’appuntamento accompagnato da uno zio. Anche il parente è rimasto ferito nell’attacco, ma è riuscito a dare l’allarme. Il padre di Bilal riferisce che sul corpo del figlio ci sono diverse ferite inflitte con un’arma affilata.
La notizia della morte ha fatto il giro dei social, dove il blogger-giornalista era seguito con passione: sul suo account Twitter aveva 19mila seguaci; sul canale YouTube più di 53mila iscritti; sulla pagina Facebook quasi 30mila follower, in aggiunta a più di 25mila persone cui piace la sua pagina.
Molti attivisti chiedono che venga fatta giustizia per la sua morte. Marvi Sirmed, membro esecutivo della Commissione per i diritti umani del Pakistan, scrive sul suo profilo: “Mr. Khan e io eravamo molto in disaccordo. Egli era contro tutto ciò che io difendo. Ma non meritava di morire così. Condanno con forza il suo brutale omicidio e chiedo giustizia per lui. Le mie più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e agli amici. Possa riposare in pace”.
Gul Bukhari, giornalista rapita lo scorso anno a Lahore e poi rilasciata, risponde al post: “Concordo. L’omicidio è da condannare con forza. È inaccettabile spegnere una giovane vita come la sua”. La signora Shireen Mazari, ministro per i Diritti umani, assicura che il governo si occuperà delle indagini. “Condanno con forza l’omicidio di Bilal Khan – scrive –. Disaccordo e opposizione per le idee di qualcuno non devono tradursi nell’uccisione di quella persona. Il governo deve indagare e punire gli assassini, e lo farà. È nostra responsabilità garantire sicurezza a tutti i cittadini nel rispetto dello stato di diritto”.