Lashkar Gah: migliaia di afghani alla manifestazione per la pace (Video)

L’evento era organizzato dal People’s Peace Movement, composto da esponenti della società civile che fanno “marce per la pace”. Portavoce rapito (e liberato) due settimane fa: “Non abbiamo paura di essere attaccati. Noi lavoriamo in mezzo ai talebani per creare ponti”.


Kabul (AsiaNews) – “Migliaia di civili hanno manifestato ieri in Afghanistan per avere la pace e un definitivo cessate il fuoco” in un Paese in guerra da 18 anni, e dove ogni giorno muoiono in media 50 persone. Lo racconta ad AsiaNews Bismillah Watandost, portavoce del People’s Peace Movement (Ppm) che ha organizzato l’evento a Lashkar Gah, capoluogo della provincia meridionale di Helmand. “Siamo davvero contenti – afferma – i partecipanti venivano da 10 province. Speriamo di portare talebani e governo al tavolo di pace, per porre fine a questa guerra”.

Il Ppm è composto da esponenti della società civile che dallo scorso anno organizzano “marce per la pace” in tutto il territorio e invitano la popolazione a manifestare per il diritto a vivere. Circa due settimane fa un gruppo di 25 camminatori, tra cui Bismillah, è stato rapito dai talebani poco prima di arrivare a Musa Qala, roccaforte dei talebani dove era diretto. In quei giorni di fermo forzato, dove nessuno è stato trattato male, l’attivista ha “colto l’occasione per spiegare ai talebani chi siamo e per parlare di pace”.

Dopo la liberazione, gli attivisti hanno trascorso qualche giorno di riposo in compagnia di familiari e figli. Poi due giorni fa hanno ripreso le attività con un “rally di pace” a bordo delle macchine, cui è seguita la manifestazione di ieri. L’obiettivo, spiega, “è ottenere l’attenzione delle autorità di Kabul e dei talebani per porre termine alla sanguinosa guerra. Speriamo anche di ricevere il sostegno dell’Onu”.

Nonostante le terribili notizie di morte che arrivano quasi ogni giorno da questo Paese, “noi non abbiamo paura – afferma l’attivista – non rischiamo di essere attaccati o minacciati perché siamo proprio in mezzo ai talebani e vogliamo essere un ponte tra tutte le parti in gioco. Non vogliamo essere uccisi. Lavoriamo per tutte le persone dell’Afghanistan”. “Se tutti ci uniamo – è il desiderio finale – possiamo convincere il governo e i combattenti a darci la pace. Le persone possono cambiare [le sorti] della guerra, la società, il mondo”.