Taiwan in prima linea contro le fake news (pagate da Pechino)

Il governo vuole aumentare le pene contro chi diffonde disinformazione. Lo scopo è quello di influenzare le presidenziali di gennaio 2020, quando la democratica Tsai Ing-wen sfiderà il nazionalista (vicino alla Cina) Han Kuo-yu.


Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Il governo di Taiwan sta iniziando a modificare le proprie leggi per colpire con più forza la disinformazione e i cosiddetti “media rossi”, strumenti ritenuti legati a Pechino che cercano di influenzare la politica dell’isola e le prossime elezioni presidenziali.

Un tribunale di Taipei City ha condannato una donna di 70 anni a una multa pari a 30mila dollari taiwanesi (circa 940 euro) per aver diffuso sui social media una notizia non verificata. Secondo la donna, la presidente di Taiwan – la democratica Tsain Ing-wen – avrebbe donato 4,5 miliardi di dollari taiwanesi al governo di Haiti ma si sarebbe rifiutata di sostenere il sindaco di Kaohsiung nella lotta contro la febbre dengue.

Va sottolineato che il sindaco in questione, Han Kuo-yu, appartiene al partito politico opposto a quello della Tsai, il Kuomintang, ed è considerato vicino alla Cina. Inoltre, è il suo sfidante alle presidenziali di gennaio 2020.

La multa nei confronti della donna è soltanto l’ultima di una serie di circa 110 interventi delle autorità contro la disinformazione online.

Lo scorso mese, centinaia di migliaia di persone hanno manifestato per le strade di Taipei contro l’ingerenza della Cina comunista nella politica interna. Tuttavia, come sottolineano le forze di sicurezza, è difficile provare le intrusioni di Pechino: gli attacchi informatici e le fake news vengono da account registrati a Singapore o nazioni simili.