Giustizia e pace ‘profondamente preoccupata’ per la revoca dell’autonomia allo Jammu-Kashmir
di Shafique Khokhar

Per mons. Arshad, presidente dei vescovi pakistani, la mossa dell’India creerà “molti problemi per la pace nell’Asia del Sud e nel mondo”. L’Onu domanda “massima moderazione”. Tentativi per disinnescare la crisi.


Lahore (AsiaNews) – La commissione nazionale di Giustizia e Pace-Pakistan (Ncjp) è “profondamente preoccupata per i recenti sviluppi nella regione di Jammu-Kashmir, amministrata dall’India.

Tre giorni fa, le autorità indiane hanno isolato gran parte della regione contesa con il Pakistan e cancellato la sua autonomia, finora garantita dall’Art. 370 della Costituzione. Per frenare rivolte, New Delhi ha inviato decine di migliaia di truppe aggiuntive nell’unica regione a maggioranza islamica della federazione.

L’Art. 370 offriva uno status speciale alla popolazione nell’educazione, nel possesso di terreni, nel lavoro.  Secondo Ncjp, la revoca dell’art. 370 “è semplicemente inaccettabile… Essa è una mossa unilaterale e illegale di cambiare l’autonomia del Kashmir”.

Mons. Joseph Arshard, presidente dei vescovi pakistani e arcivescovo di Islamabad, “questo gesto potrà creare molti problemi per la pace nell’Asia del Sud e nel mondo”.

In Pakistan, sebbene il governo abbia dichiarato di non volere un’altra guerra con l’India, l’esercito non si rassegna e “rimarrà vigilante”.

Secondo esperti, finora la situazione nel Kashmir indiano è calma: vi sono stati centinaia di arresti, coprifuoco, una presenza massiccia di militari e l’isolamento delle comunicazioni. Ma non appena il controllo verrà rallentato, la popolazione si ribellerà.

Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è detto “preoccupato” per le restrizioni imposte dall’India sul Jammu-Kashmir, e ha chiesto ai due Paesi “la massima moderazione”.

P. Emmanuel Yousaf (Mani), direttore nazionale di Ncjp, ha suggerito che sia proprio l’Onu, con il Consiglio di sicurezza e il Consiglio per i diritti umani, a cercare una mediazione fra Delhi e Islambad per disinnescare la crisi.

Alla crisi è interessata anche la Cina, che ha il Pakistan con partner maggiore nel suo progetto della Nuova Via della Seta, con una strada che passa proprio attraverso il Kashmir.

Intanto, in molte città pakistane, vi sono manifestazioni a sostegno della popolazione del Jammu-Kashmir e di profonda critica dell'India.