Per i giudici, i missionari cristiani sono coinvolti in conversioni forzate. Professore di un college cristiano accusato di molestie contro 34 studentesse. Vescovi del Tamil Nadu: “Accuse incresciose in un’atmosfera carica di settarismo”.
Mumbai (AsiaNews) – False e gratuite: così mons. Antony Pappusamy, presidente del Consiglio dei vescovi del Tamil Nadu, definisce le accuse lanciate dall’Alta corte di Chennai, secondo cui nelle scuole cristiane esiste un elevato rischio di abusi sessuali ai danni degli studenti e vengono effettuate conversioni forzate.
Il pronunciamento della Corte statale risale al 16 agosto scorso e si riferisce al caso di Samuel Tennyson, assistente professore al Madras Christian College. Egli è accusato di molestie sessuali contro 34 studentesse al terzo anno di zoologia. Gli abusi sarebbero stati compiuti a gennaio di quest’anno, durante un viaggio accademico a Mysore, Bangalore e Coorg.
Prendendo spunto dal caso del docente, i giudici dichiarano: “C’è un comune sentimento tra i genitori degli studenti, in particolare delle ragazze, che le classi miste negli istituti cristiani sono molto insicure per il futuro dei loro figli”. I giudici poi aggiungono: “Al giorno d’oggi ci sono molte accuse contro i missionari cristiani di attuare conversioni forzate al cristianesimo di persone di altre religioni. Sebbene essi impartiscano una buona istruzione, i loro insegnamenti morali sono una domanda da un milione di dollari”.
Secondo mons. Pappusamy, “queste due osservazioni sono davvero incresciose. Per il fatto che provengono dal massimo potere giudiziario, esse hanno il potere di danneggiare la reputazione delle nostre scuole agli occhi dell’opinione pubblica”. Il vescovo evidenzia che le gerarchie ecclesiastiche intervengono di rado in merito alle sentenze. Tuttavia, egli si sente in dovere d’intervenire perché “queste frasi possono plasmare l’opinione pubblica, soprattutto nell’atmosfera carica di settarismo che prevale nel Paese. Per questo, con sommo rispetto del parere dei giudici, vogliamo esprimere la nostra opinione”.
L’arcivescovo sottolinea anzitutto che il processo a carico del prof. Tennyson “non è in alcun modo legato alla questione delle conversioni forzate. Perciò l’osservazione in merito alle conversioni estorte è gratuita. In India la laicità della Costituzione garantisce a ogni cittadino la libertà di professare, praticare e diffondere la religione (art. 25(1)). Pertanto la conversione forzata è un ossimoro e contraddittoria nei termini. Come cristiani, non sosteniamo le conversioni forzate. Noi rispettiamo tutte le religioni e ribadiamo che tutte le religioni contengono ‘semi di verità’. Al tempo stesso, la discrezionalità e la libertà individuale sono sacrosante dal punto di vista costituzionale, e radicate nella dignità stessa della persona”.
In secondo luogo, mons. Pappusamy contesta la frase che parla dell’elevata insicurezza nelle classi miste, dato che non esistono prove e statistiche a riguardo. Infine egli sottolinea che la comunità cristiana è impegnata da 300 anni del servizio educativo della popolazione e che in tutto lo Stato del Tamil Nadu esistono più di 5mila scuole cristiane. “Tutte – ribadisce – impartiscono un’istruzione laica, per il nobile scopo di costruire la nazione a prescindere da casta e credo. Esse hanno contribuito a migliorare la vita di milioni di cittadini e famiglie, soprattutto degli emarginati”.
Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), ricorda da ultimo che lo stesso presidente indiano Ram Nath Kovind ha sottolineato più volte il valore delle scuole cristiane. “Esse sono sinonimo di eccellenza. La comunità cristiana, la cui origine risale a 2mila anni fa, ha contribuito in maniera enorme a diffondere la cultura e si è ritagliata un ruolo speciale nel campo dell’istruzione”.