Faisalabad, 30 famiglie cristiane minacciate di esproprio da influenti politici musulmani
di Shafique Khokhar

I cristiani vivono nella baraccopoli di Pakki Mari, vicino una stazione degli autobus. Il prezzo dei terreni è cresciuto e i fratelli Rana, ricchi proprietari terrieri, vogliono guadagnare dalla costruzione di nuove case. La comunità cristiana risiede nella zona da 125 anni. La legge pakistana accorda il diritto di proprietà dopo 100 anni.


Faisalabad (AsiaNews) – Circa 30 famiglie cristiane residenti nella baraccopoli di Pakki Mari, quartiere di Faisalabad, hanno paura di perdere la propria casa a causa delle minacce ricevute da due potenti politici musulmani. Nello slum vi sono anche 70 famiglie musulmane, che invece non hanno ricevuto pressione. I due politici implicati sono i fratelli Rana Asad Mehmood e Rana Aizad Mehmood, ricchi proprietari terrieri ed esponenti del partito di governo Pti (Pakistan Tehreek-e-Insaf). Ad AsiaNews Maqbool Masih, cristiano residente nello slum, denuncia: “I due fratelli minacciano di espropriare le nostre terre tramite i loro scagnozzi occupatori di terreni. I cristiani vivono in quest’area da 125 anni. L’area è di proprietà del governo federale e sono state le stesse autorità ad assegnarci quest’area, dichiarandola slum (Kachhi Aabadi) per i poveri”.

I politici minacciano gravi conseguenze se i residenti non lasceranno le loro case. La baraccopoli si trova al centro della città, vicino Laari Adda, una stazione degli autobus. I residenti raccontano che nell’ultimo periodo il prezzo dei terreni è cresciuto in maniera significativa, fino a 1,2 milioni rupie (6.820 euro) per marla (poco più di 25 metri quadrati). I due musulmani già possiedono il quartiere di “Mid Town” accanto allo slum. Secondo gli abitanti, il loro obiettivo è requisire i terreni e fonderli al nuovo centro abitato.

La minoranza cristiana protesta contro le “tattiche meschine” usate dai fratelli Rana per convincerli a cedere, come il blocco della fornitura d’acqua e del sistema di drenaggio delle fogne che ha allagato le strade di liquami e rifiuti. Stanno sorgendo malattie di vario tipo legate all’insalubrità del luogo ed è difficile percorrere a piedi i vicoli. I cristiani sono preoccupati ma anche fermi nella loro decisione di non abbandonare la zona, anche a costo d’intraprendere vie legali per far valere i propri diritti.

Secondo Yasir Talib, attivista e coordinatore del Ministero per i diritti umani del Punjab, è “assurdo che solo i cristiani vengano minacciati. Nell’area vivono 100 famiglie in tutto: 70 musulmane e 30 cristiane. Queste ultime vivono qui da 125 anni. La legge stabilisce che dopo 100 anni i terreni diventano proprietà di chi vi ha vissuto. Pertanto, la comunità cristiana ha il diritto di vivere in questa zona con la stessa dignità con cui essa hanno reso questa città degna di essere vissuta, con sudore e sangue”.