Quasi 2 milioni di lavoratori stranieri in fuga dall’Arabia Saudita

Negli ultimi 30 mesi il numero dei migranti economici è calato del 20%. Dietro la crisi un regime fiscale troppo elevato e una economia in difficoltà. Nel secondo trimestre del 2019 almeno 132mila persone in fuga. Riyadh ha introdotto tasse mirate sui dipendenti stranieri e misure di austerità. 


Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Negli ultimi 30 mesi il numero dei lavoratori stranieri in Arabia Saudita è calato di oltre il 20%, a causa del regime fiscale troppo elevato e per una economia che mostra i primi segnali di difficoltà. È quanto emerge da un rapporto pubblicato in questi giorni dalla società Saudi Jadwa Investment, dal quale emerge che il regno ha perduto 132mila migranti economici nel secondo trimestre del 2019. 

Un trend in continua diminuzione che porta così alla cifra complessiva di 1,9 milioni di lavoratori fuggiti dall’Arabia Saudita dall’inizio del 2017. In termini percentuali il crollo si attesta attorno al 22% in poco meno di tre anni. 

Il numero dei lavoratori stranieri nel settore pubblico e privato è passato dagli 8,55 milioni di fine 2016 ai 6,66 milioni di fine giugno 2019. Di contro, nello stesso periodo preso in esame dallo studio il numero di assistenze domiciliari, i domestici e gli autisti privati sono aumentati del 33% fino a toccare quota 3,1 milioni. 

La popolazione complessiva dell’Arabia Saudita è di 33,4 milioni di abitanti, un terzo dei quali stranieri. L’economia del regno, che produce circa 10 milioni di barili di petrolio al giorno, è stata segnata dalla caduta dei prezzi del greggio a partire dalla seconda metà del 2014. 

Ciò ha comportato un calo del Prodotto interno lordo (Pil) negli anni seguenti, che è sceso ai minimi nel 2017 con un misero + 0,7%, per poi rimbalzare l’anno successivo al 2,3%. Anche per i prossimi anni, a dispetto degli interventi governativi, le previsioni non sono rosee. 

Per gli esperti questo rallentamento ha determinato la chiusura di molte piccole aziende, unita al licenziamento di migliaia di lavoratori delle grandi imprese. Tuttavia, dallo studio elaborato da Saudi Jadwa Investment emerge che la fuga dei migranti economici è dovuta anche alle numerose tasse che sono state introdotte dal gennaio 2018 nello specifico per i lavoratori stranieri. 

Dal luglio 2017, Riyadh ha imposto agli immigrati una tassa mensile per ciascun dipendente che va da 100 riyal (24 euro) a 400 riyal (96 euro) per il 2020. L’anno successivo vi è stata l’introduzione di una tassa annuale, che ha costretto tutte le società saudite che impiegano più stranieri rispetto ai locali di pagare circa 400 riyal a dipendente nel 2018 e fino a 800 (193 euro) nel 2019. A fronte di un deficit di bilancio per il sesto anno consecutivo, il maggior esportatore mondiale di oro nero ha introdotto una serie misure di austerità: fra le altre, la sospensione dei sussidi per benzina ed elettricità e l’imposizione di un’Iva del 5%.