Papa: evangelizzare è seguire lo Spirito Santo, lasciare che sia lui a spingerti

“Non basta leggere la Scrittura, occorre comprenderne il senso, trovare il ‘succo’ andando oltre la ‘scorza’, attingere lo Spirito che anima la lettera”. “La gioia è la caratteristica di tutti i cristiani, discepoli di Cristo, morto e risorto. Possa lo Spirito Santo rendervi uomini e donne amanti di Cristo, e gioiosi nell'annuncio del Suo messaggio di speranza”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Protagonista della evangelizzazione è lo Spirito Santo, “evangelizzazione è lasciare lo Spirito Santo, che sia lui a spingerti” e “il segno che il cristiano è evangelizzatore è la gioia”. L’annuncio del Vangelo è stato al centro della catechesi di papa Francesco per la prima udienza generale del Mese missionario straordinario, nel corso della quale ha parlato del tema: ‘Annunciò a lui Gesù (At 8, 35). Filippo e la ‘corsa’ del Vangelo su nuove strade’. (Brano biblico: dagli Atti degli Apostoli, 8, 5-8).

Alle 20mila persone presenti in piazza san Pietro, Francesco ha così detto che “dopo il martirio di Stefano, la ‘corsa’ della Parola di Dio sembra subire una battuta d’arresto, per lo scatenarsi di «una violenta persecuzione contro la Chiesa di Gerusalemme» (At 8,1). A seguito di ciò, gli Apostoli rimangono a Gerusalemme, mentre molti cristiani si disperdono in altri luoghi della Giudea e in Samaria. Nel Libro degli Atti, la persecuzione appare come lo stato permanente della vita dei discepoli, in accordo con quanto detto da Gesù: «Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi» (Gv 15,20). Ma la persecuzione, invece di spegnere il fuoco dell’evangelizzazione lo alimenta ancora di più”.

“Il diacono Filippo comincia ad evangelizzare le città della Samaria, e numerosi sono i segni di liberazione e guarigione che accompagnano l’annuncio della Parola. A questo punto lo Spirito Santo segna una nuova tappa del viaggio del Vangelo: spinge Filippo ad andare incontro a uno straniero dal cuore aperto a Dio. Filippo si alza e parte con slancio e, su una strada deserta e pericolosa, incontra un alto funzionario della regina di Etiopia, amministratore dei suoi tesori. Quest’uomo, un eunuco, dopo essere stato a Gerusalemme per il culto, sta tornando al suo paese. Seduto in carrozza, legge il rotolo del profeta Isaia, in particolare il quarto canto del ‘servo del Signore’. Filippo si accosta alla carrozza e gli chiede: «Capisci quello che stai leggendo?» (At 8,30). L’Etiope risponde: «E come potrei capire, se nessuno mi guida?» (At 8,31). Quell’uomo potente riconosce di avere bisogno di essere guidato per comprendere la Parola di Dio. Era un grande banchiere, era il ministro dell’economia, aveva il potere dei soldi, ma era umile”.

“Questo dialogo tra Filippo e l’Etiope fa riflettere anche sul fatto che non basta leggere la Scrittura, occorre comprenderne il senso, trovare il ‘succo’ andando oltre la ‘scorza’, attingere lo Spirito che anima la lettera. Come disse Papa Benedetto all’inizio del Sinodo sulla Parola di Dio, «l’esegesi, la vera lettura della Sacra Scrittura, non è solamente un fenomeno letterario, […]. È il movimento della mia esistenza» (Meditazione, 6 ottobre 2008). Entrare nella Parola di Dio è essere disposti a uscire dai propri limiti per incontrare Dio e conformarsi a Cristo che è la Parola vivente del Padre. Chi è dunque il protagonista del quarto canto del servo del Signore, che il funzionario etiope stava leggendo? Filippo offre al suo interlocutore la chiave di lettura: quel mite servo sofferente, che non reagisce al male con il male e che, pur se considerato fallito e sterile e infine tolto di mezzo, libera il popolo dall’iniquità e porta frutto per Dio, è proprio quel Cristo che Filippo e la Chiesa tutta annunciano! E con la Pasqua ci ha redenti tutti”. “L’incontro con Filippo spinge l’Etiope a chiedere il Battesimo per professare la sua fede in Gesù Signore”.

Ma, ha osservato Francesco, a spingere Filippo ad avvicinarsi alla carrozza e all’etiope di fermarsi è lo Spirito Santo. “Se non c’è lo Spirito Santo non c’è evangelizzazione”, “evangelizzazione è lasciare lo Spirito Santo che sia lui a spingerti”.

“Dopo aver fatto incontrare l’Etiope con il Risorto e averlo condotto alle sorgenti della rinascita, Filippo scompare. Lo Spirito lo invia a fare un’altra cosa. E qual è il segno che il cristiano è evangelizzatore è la gioia. Che lo Spirito faccia dei battezzati uomini e donne che annunciano il Vangelo per attirare gli altri non a sé ma a Cristo, che sanno fare spazio all’azione di Dio, che sanno rendere gli altri liberi e responsabili dinanzi al Signore”. “La gioia – ha ribadito nel saluto ai fedeli francesi - è la caratteristica di tutti i cristiani, discepoli di Cristo, morto e risorto. Possa lo Spirito Santo rendervi uomini e donne amanti di Cristo, e gioiosi nell'annuncio del Suo messaggio di speranza”.