Patriarcato caldeo: preoccupazione per le proteste e profondo dispiacere per le vittime

I vertici della Chiesa irakena invitano ad agire “per il bene comune” e favorire il dialogo per trovare “soluzioni soddisfacenti”, realizzando le “legittime richieste” di chi manifesta. Altre vittime e feriti nella notte. L’Onu chiede una pausa di riflessione. Il leader supremo iraniano contro quanto cercano di dividere Baghdad e Teheran.


Baghdad (AsiaNews) - “Grande preoccupazione” per le proteste e “profondo dispiacere” per le tante vittime. Lo esprime il patriarcato caldeo in una nota inviata per conoscenza ad AsiaNews, commentando le manifestazioni anti-governative in atto in Iraq, che hanno provocato sinora oltre cento morti, migliaia di feriti e arresti. I vertici della Chiesa locale invitano ad agire “per il bene comune” e promuovere il dialogo per raggiungere “soluzioni soddisfacenti” e realizzare le “legittime richieste” di quanti sono scesi in piazza. 

Il patriarcato caldeo insiste sull’importanza del principio di cittadinanza e sulla lotta contro la corruzione, un elemento che “contraddice i valori” alla base di tutte le religioni e la ragione dei “fallimenti” di tutte le riforme. A questo bisogna aggiungere un potenziamento “dell’opera di ricostruzione” e del “ritorno degli sfollati”. 

La nostra grande speranza, conclude la Chiesa irakena, è che i giovani in piazza promuovano proteste pacifiche, evitando di essere “strumentalizzati o politicizzati”. Ai responsabili di governo, infine, il compito di “presentare soluzioni sagge” per risolvere “la complicata situazione attuale”. 

Sul fronte della cronaca, proteste e violenze sono continuate anche nella notte con scontri fra manifestanti e forze di polizia nel settore orientale della capitale. Almeno 15 le vittime registrate, che portano il bilancio complessivo - secondo fonti ufficiali governative - a 110 morti e 6.107 feriti, di cui oltre 1200 appartenenti alle forze di sicurezza. Per allentare la tensione, i militari alle prime ore dell’alba hanno abbandonato il quartiere di Sadr City.

Violenze che preoccupano pure le Nazioni Unite, che attraverso l’inviato speciale Onu per l’Iraq Jeanine Hennis-Plasschaert. “Invito tutte le parti - sottolinea il diplomatico in una nota - a fare una pausa e riflettere. Lasciamo che a prevalere sia lo spirito di unità in tutto il Paese”.

I manifestanti ieri invocavano la fine dell’influenza di Teheran nella politica irakena. Oggi è arrivata la risposta del leader supremo iraniano, il grande ayatollah Ali Khamenei, il quale ha affermato che i “nemici” che cercano di dividere i due Paesi e “seminare discordia”, falliranno nel loro intento. “#Iran e #Iraq - ha scritto - sono due nazioni i cui cuori e le cui anime sono legate a doppio filo”.