Cina: polizia apre il fuoco contro manifestanti, due morti

Un gruppo di agenti in tenuta anti-sommossa ha sparato contro gli abitanti di un villaggio del Guangdong che protestavano per la requisizione della terra ed il mancato risarcimento.


Dongzhou (AsiaNews/Rfa) – Un gruppo di agenti di polizia ha sparato ed ucciso 2 abitanti del villaggio di Dongzhou, nella provincia meridionale del Guangdong, che protestavano per il mancato risarcimento della terra requisita dal governo. L'ospedale locale conferma che Jiang Hu e Jiang Guanji, 2 contadini, sono morti alle 21.30 (ora locale) di martedì 6 dicembre. Un terzo contadino, Tang Daxiang, è in condizioni critiche.

"Durante la sparatoria – dice un abitante di Dongzhou – sono morti almeno 4 di noi. C'è un cadavere in strada che nessuno sposta". "Non so quanti siano stati feriti – continua – so solo che ci hanno sparato contro proiettili veri. La sala di aspetto dell'ospedale sembra una camera mortuaria, con i parenti dei morti che piangono".

"Quando li abbiamo portati all'ospedale – dice un altro – sanguinavano. Uno era colpito al torso, un altro ai piedi e l'ultimo alla testa. Siamo pronti a combattere lo stesso".

La protesta di Dongzhou è nata dopo la requisizione della terra coltivabile nella zona da parte del governo centrale che intende costruirvi  una centrale eolica. Gli abitanti dicono che il governo centrale ha inviato i risarcimenti, che però sono stati rubati dai corrotti funzionari locali.

Lo scontro è nato quando la pubblica sicurezza locale ha arrestato 3 rappresentanti del villaggio che si erano presentati lunedì mattina al cantiere per parlare del denaro sparito. Un gruppo composto da migliaia di abitanti si è presentato martedì intorno alle 17.00 (ora locale) nel cantiere per chiedere il loro rilascio. Gli agenti  hanno lanciato dei lacrimogeni per disperderli, ma senza effetto. Poche ore dopo si sono presentati gli agenti in tenuta anti-sommossa che hanno aperto il fuoco.

Secondo il risultato di un'inchiesta ufficiale la provincia del Guangdong, culla del "boom" economico cinese, ha dissipato grazie alla corruzione dei funzionari pubblici oltre 35 miliardi di yuan (circa 4,35 miliardi di dollari Usa) tra il 2000 e l'inizio del 2005. Altri 65 miliardi sono stati sprecati o mal utilizzati.