L'Etiopia è stata l'unica nazione africana ad inviare truppe di terra nel conflitto del 1950-53. Dei suoi 3.500 soldati, 122 furono uccisi e 536 restarono feriti. La struttura in Etiopia è la terza del suo genere. Quasi 2 milioni di soldati Onu ed oltre 3mila medici furono inviati in guerra nella penisola: 40.670 morirono, 104.280 restarono feriti ed oltre 9mila sono ancora dispersi.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – La Corea del Sud ha aperto un centro di assistenza in Etiopia per i veterani della Guerra di Corea (1950-53) provenienti dalla nazione africana. Situata nella capitale etiope Addis Abeba, la struttura a due piani e 712,8 metri quadrati di superficie è stata costruita grazie al contributo di una multinazionale sudcoreana. Ieri, ha avuto luogo la cerimonia del taglio del nastro (foto). Lo scorso 6 novembre, il ministero della Difesa di Seoul aveva annunciato la fine dei lavori.
L'Etiopia è stata l'unica nazione africana ad inviare truppe di terra nel conflitto tra le due Coree. Il ministero afferma che dei suoi 3.500 soldati, 122 furono uccisi e 536 restarono feriti. Circa 150 veterani sono ancora vivi. Il centro di assistenza in Etiopia è il terzo del suo genere ad essere costruito nell'ambito di un progetto con cui la Corea del Sud desidera esprimere gratitudine per l'impegno ed il sacrificio di soldati stranieri. Seoul spiega che il primo impianto di questo tipo è stato istituito a Bangkok nel 2014 e il secondo a Bogotà, in Colombia, nel 2017.
Secondo i dati forniti dal governo sudcoreano, durante la guerra tra Nord e Sud quasi 2 milioni di soldati delle Nazioni Unite (Onu) ed oltre 3mila medici furono inviati nella penisola per contrastare l’invasione ordinata dal leader nordcoreano Kim Il-sung. Di questi, 40.670 persone morirono, 104.280 restarono ferite ed oltre 9mila sono ancora disperse.