​Papa: vuole andare in Sud Sudan con l’arcivescovo di Canterbury

Il desiderio potrebbe avverarsi se - come ha precisa un comunicato della Sala stampa della Santa Sede – “la situazione politica dovesse permettere la costituzione di un governo transitorio di unità nazionale nei prossimi 100 giorni, alla scadenza dell’accordo firmato nei giorni scorsi in Uganda". 


Città del Vaticano (AsiaNews) – Papa Francesco e l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby (nella foto) hanno intenzione di recarsi insieme nel Sud Sudan, se la situazione sul terreno lo renderà possibile.

Il desiderio del Papa e dell’Arcivescovo è stato reso noto al termine della visita compiuta ieri pomeriggio da mons. Welby in Vaticano. L’Arcivescovo di Canterbury, era accompagnato da Ian Ernest, arcivescovo direttore del Centro anglicano di Roma e rappresentante della Comunione anglicana presso la Santa Sede.

Il desiderio potrebbe avverarsi se - come ha precisa un comunicato della Sala stampa della Santa Sede – “la situazione politica dovesse permettere la costituzione di un governo transitorio di unità nazionale nei prossimi 100 giorni, alla scadenza dell’accordo firmato nei giorni scorsi in Uganda". 

Il comunicato aggiunge che “nel corso degli amichevoli colloqui ci si è soffermati sulla condizione dei cristiani nel mondo e su alcune situazioni di crisi internazionale, con particolare riferimento alla dolorosa realtà in cui versa il Sud Sudan”.

Francesco aveva espresso il suo desiderio di recarsi nel tormentato Paese africano anche domenica scorsa, al termine della preghiera mariana dell’Angelus.

L’attenzione del Papa e dell’Arcivescovo per il Sud Sudan è testimoniata anche dal ritiro spirituale delle autorità civili ed ecclesiastiche del Paese, che si è tenuto ad aprile in Vaticano. La proposta di riunire le massime autorità civile ed ecclesiastiche del Paese africano a Casa santa Marta era arrivata a Francesco dall'arcivescovo Welby, con l'obiettivo di offrire, da parte della Chiesa, un'occasione per la riflessione e la preghiera, nonché per l'incontro e la riconciliazione, in uno spirito di rispetto e di fiducia, a coloro che in questo momento hanno la missione e la responsabilità di lavorare per un futuro di pace e di prosperità del popolo sud sudanese.