La maggioranza degli americani contro Trump per la gestione del dossier iraniano

Il 53% disapprova le politiche della Casa Bianca verso la Repubblica islamica. Un dato in crescita del 9% rispetto a metà dicembre. Fra i cittadini aumentano anche i timori di una guerra con l’Iran. Il 27% degli americani vuole un attacco preventivo, contrario il 44%. Per il 71% ci sarà una guerra entro i prossimi anni.


Washington (AsiaNews) - L’opinione pubblica americana appare sempre più critica rispetto all’operato del presidente Donald Trump, in particolare per quanto concerne il dossier iraniano che rischia di sfociare sempre più in guerra aperta. Uno scontro frontale avviato con il ritiro unilaterale, nel maggio 2018, dall’accordo nucleare (il Jcpoa) e inasprito in questi giorni di inizio anno con l’uccisione del capo della Forza Qods, il gen. Qasem Soleimani, e la rappresaglia nella notte dei vertici militari della Repubblica islamica. 

Secondo un sondaggio elaborato in questi giorni da Reuters/Ipsos, infatti, la maggioranza dei cittadini maggiorenni si aspettano nel futuro prossimo un conflitto con Teheran. Dai dati emerge che il 53% della popolazione “disapprova” la gestione del dossier iraniano da parte della Casa Bianca; un dato in crescita del 9% rispetto a una indagine simile condotta a metà dicembre. 

Il numero degli interpellati che “disapprova con forza” la politica di Trump verso la Repubblica islamica si attesa al 39%, con un +10% rispetto al sondaggio del mese scorso. Va peraltro specificato che la valutazione diverge, e molto, in base alla tipologia di elettorato [Democratico e indipendente o Repubblicano] preso in esame. 

Circa nove elettori democratici su 10 e cinque indipendenti su 10 disapprovano le azioni di Trump sul dossier iraniano. Fra i repubblicani, uno su 10 appare critico; stesso dato per quanto concerne i democratici (10% circa) che sostengono la linea dura del Tycoon verso Teheran. 

Il sondaggio è stato elaborato fra il 6 e il 7 gennaio, a poche ore dall’attacco a colpi di drone in cui è stato ucciso il generale Soleimani, che ha innescato una escalation della tensione nella regione mediorientale. Trump, secondo cui il capo della Forza Qods progettava attacchi contro cittadini e obiettivi americani, afferma che l’operazione intende “prevenire” una guerra, per poi minacciare di colpire - salvo ritrattare in un secondo momento - siti culturali della Repubblica islamica. 

Per la rilevazione di Reuters/Ipsos, la popolarità media di Trump resta stabile, con il 41% favorevole e il 54% contrario (in generale) al suo operato. Fra i cittadini cresce al contempo la preoccupazione di una guerra con l’Iran, visto che il 41% degli americano considera Teheran una “minaccia imminente” per gli Usa, con un aumento del 17% rispetto a quanto emerso a maggio. 

Inoltre, il 71% degli intervistati crede che gli Stati Uniti saranno in guerra contro l’Iran nei prossimi anni, con un aumento di 20 punti rispetto ai risultati del precedente sondaggio. Di contro, una minoranza crescente vuole un “attacco preventivo” contro obiettivi militari iraniani: il 27% sottolinea che Washington deve colpire per prima (+15% rispetto a maggio); un altro 41% afferma che gli Stati Uniti non devono agire per primi e il 33% non ha una opinione in merito.