Bhutan: il re promette democrazia parlamentare per il 2008

Lo ha dichiarato il re Jigme Singye Wangchuck. L'erede al trono diventerà capo di Stato, ma il parlamento potrà metterlo sotto accusa.


Gauhati (AsiaNews/Agenzie) - Il re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck ha dichiarato che cederà il potere al figlio nel 2008 quando nella piccola nazione himalayana ci saranno libere elezioni e si passerà a una democrazia parlamentare. Lo ha riportato sabato il quotidiano governativo Kuensel.

"Desidero comunicare al nostro popolo - ha annunciato il re a una folla riunita nell'isolata città di Trashi Yangtse, a tre giorni di viaggio dalla capitale Thimpu - che le prime elezioni nazionali per eleggere un governo in un sistema di democrazia parlamentare si terranno nel 2008". Non ha però specificato né che tipo di governo sarà né quanto potere rimarrà nelle mani del monarca. Si è poi detto sicuro che quando salirà al trono suo figlio "il Bhutan rimarrà forte e glorioso e sarà un Paese prospero grazie al sole della pace e della felicità che splende sul nostro popolo".

Per mesi il re ha fatto circolare una bozza di costituzione che prevede la fine di un sistema di governo in vigore da almeno 100 anni. La costituzione prevede un 2 Camere. Il re resterebbe capo di Stato, ma il parlamento avrebbe il potere di metterlo sotto accusa con i 2/3 dei voti favorevoli.

Il Bhutan, piccola nazione fra India e Cina, non ha partiti politici e ha pochi quotidiani. Fino a poco tempo fa di rado permetteva l'ingresso agli stranieri, e la televisione è arrivata in tempi piuttosto recenti. Ancora oggi il permesso turistico è riconosciuto ogni anno ad appena 6000 persone.

Re Wangchuck ha condotto il povero ma bellissimo Paese verso un graduale ammodernamento. Sostiene che "il prodotto nazionale di felicità" è più importante del "prodotto interno lordo", e per questo ha selezionato cosa accettare e cosa non accettare della modernità. Inoltre ha fatto approvare severi regolamenti per protegge in modo rigoroso la natura e le memorie storiche.