Sarà beato l'"Apostolo degli intoccabili"
di Nirmala Carvalho

Il sacerdote indiano don Agostinus Thevarparampil ha dedicato la vita alla promozione dei Dalit cristiani. Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione del decreto che ne riconosce un miracolo.


Palai (AsiaNews) – Sarà beato il "piccolo prete" dei Dalit, don Agostinus Thevarparampil, l'"Apostolo degli intoccabili", così detto per aver dedicato la vita alla promozione umana e sociale dei "senza casta", battezzandone personalmente circa 6.000. Benedetto XVI ha infatti autorizzato la pubblicazione del decreto della Congregazione delle cause dei santi che ne riconosce un miracolo, la guarigione del bambino "Gison" Varghese.
"E' – dice ad AsiaNews mons. Joseph Kallarangatt, vescovo di Palai, diocesi alla quale apparteneva il futuro beato – una notizia eccellente, non solo per la diocesi, ma anche per tutta la Chiesa indiana: la sua vita è un esempio non solo per i sacerdoti, ma anche per tutti coloro che cercano la Giustizia. Dopo Pasqua celebreremo una festa solenne per la sua beatificazione. E speriamo che si realizzi quella giustizia per i Dalit cristiani per la quale padre Thevarparampil ha lavorato indefessamente".

"Era – racconta il vescovo - un uomo veramente semplice, era il più semplice dei sacerdoti. E' stato un uomo di preghiera e di duro lavoro a favore dei Dalit cristiani. Sono le persone più vilipese, persino i Dalit indù li disprezzano ed essi non ricevono alcun aiuto dal governo, come una riserva nei posti di lavoro e nella scuola". Padre Augustinus, insomma, per mons. Kallarangatt, "può essere chiamato un riformatore sociale, perché fece tutto ciò che era in suo potere per migliorare la condizione dei più emarginati della società. Andava personalmente – racconta - nei più remoti villaggi per convincere le persone a mandare a scuola i loro figli, e specialmente le loro figlie".

Nato il primo aprile 1891 a Ramapuran, diocesi di Palai nello Stato del Kerala, Agostinus Thevarparampil entrò nel seminario di Palai e venne ordinato sacerdote il 17 dicembre 1921, a 30 anni, dal vescovo Mar Tommasi Kurialacherry.
Nel febbraio 1923 fu mandato come vice parroco nella parrocchia di S. Sebastiano a Kadanad, ma una improvvisa e grave malattia, lo costrinse a lasciare l'incarico e a ritornare a Ramapuran. Qui, però, scopre negli "intoccabili", i Dalit, il suo futuro campo di azione. Padre Thevarparampil, chiamato popolarmente "Kunjachan", che nella lingua maiayalain dell'India, significa "piccolo prete", a causa della sua bassa statura, si proponeva di condurre alla fede cristiana e alla fiducia in loro stessi, persone emarginate, sfruttate e impregnate di credenze e pratiche superstiziose.

Per vincere diffidenza e pregiudizi, andava a visitarli, ascoltava, confortava, cercava di riappacificare discordie e curava i malati. Conosceva il nome di tutti  e chiamava tutti per nome, era grande amico dei bambini. La sua perseveranza gli fece superare molte difficoltà, tanto che poté battezzare personalmente quasi seimila persone. Don Thevarparampil morì il 16 ottobre 1973, a 82 anni, dopo 52 di sacerdozio e di missione. E' sepolto nella sua chiesa parrocchiale di Ramapuran, davanti all'altare di S. Agostino, divenuta meta di pellegrinaggi.