È morto Thich Quang Do, monaco dissidente della Chiesa buddista unificata del Vietnam

Ha passato almeno 30 anni in prigione per difendere la libertà religiosa. Nel 2018 era stato espulso da un monastero dove era costretto agli arresti domiciliari e sotto controllo. Per lui libertà in Vietnam "è come il disegno di un dolce: sembra delizioso sulla carta, ma non lo si può mangiare". La stampa del regime non ha riportato nemmeno una riga sulla sua morte.


Ho Chi Minh City (AsiaNews) – Thich Quang Do, capo della Chiesa buddista unificata del Vietnam (Cbuv), bandita dal governo, è morto lo scorso 22 febbraio a Ho Chi Minh City. Il monaco dissidente, che ha sempre combattuto per la libertà religiosa nel Paese e ha subito arresti e detenzioni per oltre 3 decenni, è morto all’età di 93 anni.

Nato nella provincia di Thai Binh, nel nord del Paese, Thich Quang Do è fra i fondatori della Cbuv, sorta in polemica con l’assunzione da parte del governo delle istituzioni e delle proprietà delle comunità buddiste nel Vietnam del sud e centrale ai tempi della riunificazione (1975). Nel 1981 il governo l'ha sciolta e l’ha sostituita con la Chiesa buddista vietnamita, di fatto controllata dallo Stato. La Cubv non ne ha mai riconosciuto l'autorità e non ha smesso la sua attività religiosa.

Per questo molti monaci sono stati arrestati e condannati, fra cui il "Supremo Patriarca" Thich Huyen Quang, morto nel 2008, a cui Thich Quang Do è succeduto.

Nel 1982 questi è stato mandato in esilio nel Nord Vietnam per 10 anni e nel 1995 è stato condannato a cinque anni di prigione per aver organizzato una missione caritative verso le popolazioni alluvionate del delta del Mekong.

Grazie alle pressioni internazionali, egli è stato rilasciato nel 1998, ma costretto agli arresti domiciliari nel monastero Thanh Minh Zen di Ho Chi Minh City.

Su pressione del governo, egli è stato espulso dal monastero nel 2018 e si è ritirato per un breve periodo a Thai Binh. In seguito è ritornato a Ho Chi Minh City, dove ha vissuto nella pagoda di Tu Hien, dove è morto tre giorni fa. In un’intervista rilasciata al tempo della sua espulsione da Than Minh Zen, egli aveva affermato che la libertà in Vietnam "è come il disegno di un dolce: sembra delizioso sulla carta, ma non lo si può mangiare".

La stampa del regime non ha riportato nemmeno una riga sulla sua morte.