Mons. Machado: La polizia si lascia influenzare dai fondamentalisti che vengono da fuori
di Nirmala Carvalho

L’arcivescovo di Bangalore torna a denunciare i recenti episodi di violenza contro la minoranza cristiana: "Per noi cristiani non arrivano mai i tempi buoni".  Ci sono anche funzionari che fanno il proprio dovere con coscienza. Non esistono conversioni forzate, né nelle scuole né negli ospedali. "Noi amiamo la nostra Madre India".


Mumbai (AsiaNews) – Negli ultimi episodi di intolleranza verso i cristiani, è evidente che la polizia si lascia influenzare da fonndamentalisti indù che non sono locali, ma provengono dall'esterno. In questo modo, per “noi cristiani del Karnataka, non arrivano mai i tempi buoni [‘achhe din’, in hindi]”. Lo afferma ad AsiaNews mons. Peter Machado, arcivescovo di Bangalore, riprendendo lo slogan “achhe din” rattristato per gli ultimi tre incidenti contro la comunità: la dissacrazione della chiesa di san Francesco d’Assisi a Bangalore, la rimozione della statua di Gesù nel cimitero di Mahima Betta e il pestaggio del manager cristiano del Sanjo Hospital di Mandhya. Il prelato denuncia: “I fondamentalisti fanno discorsi provocatori, e quel che è peggio è che non vengono censurati né fermati”.

Mons. Machado spiega che “sono soprattutto quelli che vengono da fuori a creare problemi, confusione e disarmonia”, come nel caso della rimozione della statua di Mahima Betta. Lì la polizia si è piegata alle pretese di gruppi esterni al villaggio, che accusano i fedeli di compiere conversioni forzate. “Sfortunatamente – aggiunge – i funzionari locali, come anche i membri della polizia e dell’agenzia delle entrate, sostengono in maniera tacita o hanno paura di agire”.

L’obiettivo dei fondamentalisti, continua, “è la minoranza cristiana e le sue istituzioni. Mi auguro che il governo mandi un forte segnale che non tollererà simili ostilità e problemi verso la comunità cristiana. Esiste uno schema malvagio negli incidenti che si sono verificati di recente, soprattutto perché essi osano profanare i luoghi di culto, i centri di pellegrinaggio e gli ospedali su un terreno sensibile come quello dell’accusa di conversione”.

È noto, prosegue, “che migliaia di bambini studiano nei nostri istituti o vengono curati nei nostri ospedali, ma nessuno di essi viene convertito. A meno che il governo non adotti forti misure per fermare tali molestie contro la nostra comunità di minoranza, noi potremmo essere costretti a farne una grande questione in tema di risarcimenti davanti alle autorità pubbliche e costituzionali”.

Al tempo stesso, l’arcivescovo di Bangalore esprime gratitudine e apprezzamento “verso i buoni funzionari che compiono il proprio dovere con coscienza malgrado le pressioni che ricevono. Noi siamo cittadini di questo Paese sinceri e amanti della pace. Siamo consapevoli dei nostri diritti e al tempo stesso esercitiamo i nostri compiti nell’alveo della Costituzione. Noi amiamo la Madre India!”.