Coronavirus: 95% delle imprese cinesi torna al lavoro. Pechino punta ai grandi progetti

Il 95% delle grandi imprese fuori dell’Hubei ha riaperto, le piccole e medie sono il 60%. Spesa in infrastrutture e reti 5G per stimolare l’economia. Per gli economisti ci vogliono riforme strutturali. Favorire i lavoratori migranti per accrescere i consumi.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il vice ministro cinese dell’Industria, Xin Guobin, ha dichiarato oggi che il 95% delle grandi imprese fuori della provincia dell’Hubei hanno ripreso le attività. Il tasso di riapertura di quelle piccole e medie è invece del 60%.

Il governo di Pechino è impegnato a riportare la produzione ai livelli pre-coronavirus. La maggior parte degli analisti prevede un forte rallentamento del Pil nel 2020, con alte possibilità di registrare una contrazione nel primo trimestre dell’anno – la prima volta dalla fine della Rivoluzione culturale nel 1976.

Xin ha annunciato piani per la costruzione di reti internet (5G) ultraveloci e altri progetti infrastrutturali. È la ricetta del presidente Xi Jinping, che punta alla spesa in grandi infrastrutture – in particolare nuove tratte ferroviarie ad alta velocità – per stimolare l’economia del Paese, ripercorrendo quanto fatto nel recente passato. Per superare la crisi dei mutui del 2008, la Cina lanciò un programma di costruzioni del valore di 4000 miliardi di yuan (512 miliardi di euro).

Secondo un gruppo di consulenti economici del governo, una tale politica sarebbe rischiosa in questa situazione. Lo stimolo del 2008 ha infatti surriscaldato l’economia cinese, causando un forte indebitamento dei governi locali. Zhang Bin, ricercatore senior dell’Accademia sociale delle scienze, sostiene che questa è l’ora della grandi riforme strutturali, e che le autorità devono lavorare per rafforzare il potere d’acquisto dei consumatori.

La spesa per i consumi ha contribuito al 58% della crescita cinese nel 2019. L’Ufficio nazionale di statistica ha comunicato l’11 marzo che l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto del 5,2% a febbraio, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per accrescere la capacità di spesa dei cittadini, Zhang suggerisce di permettere ai lavoratori migranti di stabilirsi legalmente nelle aree urbane e industriali dove sono impiegati. In Cina, solo coloro che hanno la residenza permanente possono accedere ai servizi di base sanitari e sociali. Un migrante che deve curarsi è ad esempio obbligato a tornare nella zona (di solito rurale) da dove proviene.