Wuhan: costruiscono l’ospedale, ma non sono pagati

Da inizio marzo, le manifestazioni sono state 25. Circa 233 milioni di lavoratori nelle piccole e medie imprese sono i più vulnerabili agli effetti della crisi epidemica. Proteste provocate da licenziamenti, mancato pagamento degli stipendi e alti affitti dei locali commerciali. Tassisti chiedono la sospensione del pagamento delle licenze.


Roma (AsiaNews) – Lavoratori edili reclutati per costruire un ospedale di emergenza a Wuhan, epicentro del coronavirus, si sono rivoltati per non aver ricevuto lo stipendio. Lo stesso è accaduto in altre parti della Cina. Alcuni operai impiegati in un cantiere a Zhoukou (Henan) sono stati persino malmenati per aver inscenato la protesta.

Nelle prime due settimane di marzo si sono avute 25 manifestazioni di protesta nel Paese, per lo più da parte di lavoratori autonomi o impiegati in piccole imprese. Sono i dati pubblicati oggi dal China Labour Bulletin, secondo il quale le recenti dimostrazioni sono legate ai problemi economici causati dalla crisi epidemica.

Nei primi due mesi dell’anno, con il Capodanno lunare e la chiusura delle attività economiche per combattere la propagazione dell’infezione, non si era registrata alcuna protesta. Oltre all’edilizia, i settori più colpiti dalle recenti manifestazioni sono quelli dei servizi e dei trasporti.

Ai primi di marzo, i proprietari di piccole attività hanno protestato per chiedere una riduzione degli affitti dei locali commerciali. Essi sono i più danneggiati dal blocco economico nel Paese e il relativo crollo dei consumi. In Cina ci sono 63 milioni di micro imprese: molti sono ristoranti e chioschi a conduzione familiare. In totale, i lavoratori impiegati nelle piccole e medie aziende locali sono circa 233 milioni.

Poi c’è il malcontento provocato dai licenziamenti e il mancato pagamento degli stipendi arretrati. Il 10 marzo, i lavoratori di una azienda che produce snack a Pechino hanno protestato per il mancato pagamento di tre mesi di stipendio. In totale, l’ammontare è di 400mila yuan (quasi 52mila euro), fissato in precedenza da un tribunale di arbitrato. Sempre nella capitale cinese, il personale di una ditta che fornisce servizi online ha denunciato il datore di lavoro per aver ricevuto un congedo retribuito pari solo all’80% del salario minimo.

Il 9 marzo, lo staff medico di un ospedale privato a Zibo (Shandong) ha alzato la voce per ottenere tre mesi di arretrati. I medici coinvolti hanno anche denunciato l’uso nella struttura di farmaci scaduti.

La manifestazione più rumorosa è stata però quella dei tassisti. La mancanza di clienti, seguita al periodo di quarantena in molte province, ha ridotto in modo notevole i guadagni nel settore. Lo scorso 10 marzo, un migliaio di loro ha manifestato a Liuzhou (Guangxi), chiedendo la sospensione del pagamento della licenza di esercizio e il diritto di rivendere il mezzo alla compagnia di riferimento senza dover pagare una penale.