Vescovi e sacerdoti si organizzano sulle pagine Facebook e sui canali YouTube. Frate cappuccino: “Sono chiuse solo le chiese, le famiglie siano unite in preghiera”. Cartelli informativi affissi sui portoni delle chiese di Karachi. Il governo di Dhaka posticipa gli esami scolastici.
Lahore (AsiaNews) – In Pakistan e Bangladesh - come in molti altri Paesi - tutte le diocesi si stanno organizzando per trasmettere le messe online, date le restrizioni ai raduni pubblici imposte dalle autorità. L’obiettivo è accompagnare i fedeli nello spirito e non abbandonarli in questo momento di difficoltà a causa del coronavirus, che dilaga sempre di più.
Il Pakistan è la nazione dell’Asia meridionale con il più alto numero di contagi, arrivati oggi a 903; le vittime della pandemia rimangono stabili, con sei decessi. La Chiesa cattolica rinnova gli appelli a rispettare le regole, mentre il governo della provincia del Sindh dispiega l’esercito per assistere medici e malati e pattugliare le strade. A Lahore fra Shahzad Khokhar ha organizzato la messa domenicale sul canale YouTube dei cappuccini, “Capuchin interfaith dialogue Pakistan”. “Le porte di Dio – ha detto – sono sempre aperte. Pentiamoci, speriamo e preghiamo”. Inoltre la Cecil & Iris Chaudhry Foundation ha lanciato un programma di prevenzione in varie zone della città.
A Karachi il card. Joseph Coutts ha preparato un cartello illustrativo in urdu e inglese, con consigli sulla prevenzione e i divieti da rispettare, che è stato affisso sui portoni di tutte le chiese dell’arcidiocesi. P. Ashir Liaquat, sacerdote della cattedrale di san Patrizio, ha celebrato la messa sui social. Egli ha invitato i fedeli a pregare per le vittime del Covid-19, per medici e personale sanitario che “sono consapevoli del rischio mortale, ma sono pronti ad aiutare e al sacrificio”, e per gli scienziati che stanno elaborando il vaccino. Poi ha sottolineato: “Sono chiuse solo le chiese, le case e le famiglie siano unite in preghiera”.
In Bangladesh il livello d’infezione è ancora piuttosto limitato, con 33 casi positivi e tre morti. Tutte le diocesi invitano i fedeli a non partecipare alla messa. Mons. Gervas Rozario di Rajshahi ha lanciato un appello su Facebook: “Proteggetevi dal coronavirus, non venite a messa, fate servizi di preghiera alternativi. Rimanete a casa, lavatevi le mani e mantenete le distanze”. Mons. Moses M Costa di Chattogram, ha organizzato due messe al giorno trasmesse sulla pagina dell’arcidiocesi, alle 15.30 e alle 18.
A Dhaka, nella parrocchia di Tejgaon, la più antica e affollata del Paese, domenica scorsa c’erano solo 200 fedeli. Kiron Corraya, presente alla funzione, racconta: “Di solito siamo almeno 1.500. Prego intensamente Dio Onnipotente che salvi il mondo dal coronavirus”. Nel frattempo il governo ha deciso di posticipare gli esami scolastici che dovevano iniziare il primo aprile. L’associazione dei negozianti (Bangladesh Dokan Malik Samity), ha chiuso tutti i punti vendita dal 25 al 31 marzo. Rimarranno aperti solo i mercati, le farmacie e gli alimentari.
(Ha collaborato Sumon Corraya)