Cina, al varo una legge che difende dalle "demolizioni forzate"

Dopo la lunga serie di proteste popolari Pechino studia una legge che difenda "in maniera migliore" i diritti dei cittadini ed ammette: "In alcuni casi, infranti i diritti della popolazione".


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese ha preparato una bozza di legge per proteggere "in un modo migliore" i cittadini che vedono le loro case demolite in nome dello sviluppo urbano. La proposta è frutto della lunga serie di proteste causate dalle dispute sulla requisizione dei terreni che avvengono in tutto il Paese.

Le requisizioni e le demolizioni forzate sono divenute una pratica comune nelle città in via di sviluppo che, per dare spazio a uffici ed esercizi commerciali, spianano a volte anche interi isolati cacciando con la forza i residenti. I media statali definiscono queste pratiche le "barbare demolizioni" e riportano il sempre maggior numero di petizioni e proteste pubbliche ad esse collegate.

La Commissione permanente dell'Assemblea nazionale del Popolo sta analizzando la bozza, che contiene precise limitazioni ai poteri degli ufficiali incaricati della questione ed obbliga i governi locali ad informare in maniera esauriente gli sfrattati dei loro diritti civili.

"Alcuni organi governativi – commenta un quotidiano statale – hanno fallito quando dovevano adottare le corrette misure di tutela della popolazione ed hanno infranto i diritti dei cittadini". Ai residenti, con il varo della legge, sarà permesso di appellarsi contro la decisione di demolire e chiedere un risarcimento allo Stato.

L'Assemblea nazionale del Popolo ha emendato la Costituzione cinese nel 2004 per introdurre il concetto di proprietà privata e la prima vera legge su questo argomento, presentata l'11 luglio scorso, ne sottolinea l'inviolabilità.

Secondo Zhou Yongkang, ministro della Pubblica sicurezza, le proteste di massa sono in aumento nel Paese: nel 1994 erano 10 mila; nel 2004 sono state oltre 74 mila ed hanno coinvolto almeno 3,76 milioni di persone. Fra le cause, oltre alle demolizioni forzate, vi sono la requisizione di terre nelle zone agricole e lo sfruttamento dei lavoratori migranti.