Papa: Dio converta chi in questo momento di bisogno ‘vende’ gli altri

“Fanno finta di servire Dio per servire il denaro. Sono gli sfruttatori nascosti che sono socialmente impeccabili, ma sotto il tavolo fanno il commercio, anche con la gente: non importa. Lo sfruttamento umano è vendere il prossimo”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – Dio converta coloro che in questo momento di bisogno “vende” gli altri. E’ la preghiera con la quale papa Francesco ha introdotto la messa celebrata stamattina a Casa Santa Marta. “Preghiamo oggi – ha detto - per la gente che in questo tempo di pandemia fa commercio con i bisognosi: approfittano della necessità degli altri e li vendono: i mafiosi, gli usurai e tanti. Che il Signore tocchi il loro cuore e li converta”.

Nell'omelia ha commentato il brano del Vangelo (Mt 26, 14-25) che parla del tradimento di Giuda per sottolineare che anche oggi ci sono che tradiscono per i propri interessi.

“Quando noi pensiamo – ha detto - al fatto di vendere gente, viene alla mente il commercio fatto con gli schiavi dall’Africa per portarli in America – una cosa vecchia – poi il commercio, per esempio, delle ragazze yazide vendute a Daesh: ma è cosa lontana, è una cosa … Anche oggi si vende gente. Tutti i giorni. Ci sono dei Giuda che vendono i fratelli e le sorelle, sfruttandoli nel lavoro, non pagando il giusto, non riconoscendo i doveri … Anzi, vendono tante volte le cose più care. Io penso che per essere più comodo un uomo è capace di allontanare i genitori e non vederli più, metterli al sicuro in una casa di riposo e non andare a trovarli … vende. C’è un detto molto comune che, parlando di gente così, dice che ‘questo è capace di vendere la propria madre’: e la vendono. Adesso sono tranquilli, sono allontanati: ‘Curateli voi …’”.

“Oggi il commercio umano è come ai primi tempi: si fa. E questo perché? Perché Gesù lo ha detto. Lui ha dato al denaro una signorìa. Gesù ha detto: ‘Non si può servire Dio e il denaro’, due signori. È l’unica cosa che Gesù pone all’altezza e ognuno di noi deve scegliere: o servi Dio, e sarai libero nell’adorazione e nel servizio, o servi il denaro, e sarai schiavo del denaro. Questa è l’opzione e tanta gente vuole servire Dio e il denaro. E questo non si può fare. Alla fine fanno finta di servire Dio per servire il denaro. Sono gli sfruttatori nascosti che sono socialmente impeccabili, ma sotto il tavolo fanno il commercio, anche con la gente: non importa. Lo sfruttamento umano è vendere il prossimo”.

Di Giuda, ha proseguito Francesco, sappiamo solo che Gesù lo volle suo discepolo. “Lui mai è riuscito ad esserlo”. “Era debole nel discepolato, ma Gesù lo amava … Poi il Vangelo ci fa capire che gli piacevano i soldi: a casa di Lazzaro, quando Maria unge i piedi di Gesù con quel profumo così costoso, lui fa la riflessione e Giovanni sottolinea: ‘Ma non lo dice perché amava i poveri: perché era ladro’. L’amore al denaro lo aveva portato fuori dalle regole, a rubare, e da rubare a tradire c’è un passo, piccolino. Chi ama troppo i soldi tradisce per averne di più, sempre: è una regola, è un dato di fatto”. E Giuda ha venduto Gesù. “A mio avviso, quest’uomo era fuori di sé”.

“Una cosa che attira la mia attenzione è che Gesù mai gli dice ‘traditore’; dice che sarà tradito, ma non dice a lui ‘traditore’. Mai lo dice: ‘Vai via, traditore’. Mai! Anzi, gli dice: ‘Amico’, e lo bacia. Il mistero di Giuda … Com’è il mistero di Giuda? Non so … Don Primo Mazzolari l’ha spiegato meglio di me … Sì, mi consola contemplare quel capitello di Vezelay: come finì Giuda? Non so. Gesù minaccia forte, qui; minaccia forte: ‘Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’Uomo viene tradito: meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!’. Ma questo vuol dire che Giuda è all’Inferno? Non so. Io guardo il capitello. E sento la parola di Gesù: ‘Amico’”.

“Ma questo – ha aggiunto Francesco - ci fa pensare a un’altra cosa, che è più reale, più di oggi: il diavolo entrò in Giuda, è stato il diavolo a condurlo a questo punto. E come finì la storia? Il diavolo è un mal pagatore: non è un pagatore affidabile. Ti promette tutto, ti fa vedere tutto e alla fine ti lascia solo nella tua disperazione ad impiccarti. Il cuore di Giuda, inquieto, tormentato dalla cupidigia e tormentato dall’amore a Gesù, un amore che non è riuscito a farsi amore, tormentato con questa nebbia, torna dai sacerdoti chiedendo perdono, chiedendo salvezza. ‘Cosa c’entriamo noi? È cosa tua …’: il diavolo parla così e ci lascia nella disperazione”.

“Pensiamo a tanti Giuda istituzionalizzati in questo mondo, che sfruttano la gente. E pensiamo anche al piccolo Giuda che ognuno di noi ha dentro di sé nell’ora di scegliere: fra lealtà o interesse. Ognuno di noi ha la capacità di tradire, di vendere, di scegliere per il proprio interesse. Ognuno di noi ha la possibilità di lasciarsi attirare dall’amore dei soldi o dei beni o del benessere futuro. ‘Giuda, dove sei?’. Ma la domanda la faccio a ognuno di noi: ‘Tu, Giuda, il piccolo Giuda che ho dentro: dove sei?”’.

Il Papa ha terminato la celebrazione con l'adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale.