Polizia di Hong Kong: causa pandemia, no al corteo del 1° Maggio. A rischio anche la veglia del 4 giugno
di Paul Wang

Le misure per contenere l’epidemia valgono fino al 7 maggio: distanziamento sociale, divieto di raduni con più di quattro persone, chiusura di luoghi di intrattenimento come bar, parrucchieri, karaoke, ecc. La FTU, il sindacato pro-Pechino, è d’accordo con la polizia. Il sindacato democratico, il CTU, afferma di poter garantire le distanze. I timori che la polizia usi il coronavirus come scusa “per mettere al bando” le libertà.


Hong Kong (AsiaNews) – La polizia di Hong Kong ha chiesto ai sindacati del territorio di cancellare le manifestazioni previste per il primo maggio a causa dell’epidemia di coronavirus.

Una fonte poliziesca, citata oggi dal Scmp, afferma che le forze dell’ordine stanno cercando di trovare vie legali per bloccare anche la veglia del 4 giugno al Victoria Park, che da oltre 20 anni si tiene in memoria degli uccisi in piazza Tiananmen nel 1989. Il tutto sempre in nome della difesa della salute pubblica.

Per frenare la diffusione del morbo, alla fine di marzo, nel territorio sono state introdotte alcune leggi che esigono il distanziamento sociale, il divieto di raduni con più di quattro persone, la chiusura di luoghi di intrattenimento come bar, parrucchieri, karaoke, ecc… Tali misure valgono fino al 7 maggio. Alla richiesta della polizia, il sindacato pro-Pechino FTU (Federation of Trade Unions) si è detto subito d’accordo; il sindacato pro-democrazia, il più numeroso (CTU, Confederation of Trade Unions) insiste invece per mantenere la marcia, garantendo le distanze di sicurezza previste dalla legge. La polizia ha minacciato che se la CTU va in strada, sarà accusato di raduno illegale e di violazione delle norme sanitarie.

Lee Cheuk-yan, segretario generale della CTU, ha definito “assurda” la pretesa della polizia di cancellare la manifestazione. “Noi – ha aggiunto -possiamo garantire che la gente marci in riga per quattro, mantenendo una distanza di almeno un metro e mezzo fra gli uni e gli altri”.

A Hong Kong sono in molti a temere che in nome della protezione contro la pandemia vengano erosi i già magri spazi di libertà, dopo quasi un anno di manifestazioni democratiche contro la legge sull’estradizione.

Fra gli appuntamenti a rischio vi è la veglia al Victoria Park, rimasta l’unica manifestazione nel mondo cinese per commemorare gli uccisi di Tiananmen.  Richard Tsoi, fra gli organizzatori della veglia, ha detto che essa si svolgerà come sempre. La richiesta alla polizia sarà presentata a metà maggio. “Spero che la polizia non userà l’epidemia di coronavirus come una scusa per metterci al bando”.

Nei giorni scorsi la polizia ha arrestato 15 personalità democratiche di grande profilo, accusate di aver “organizzato e partecipato a assemblee illegali”. Fra essi vi sono proprio Lee Cheuk-yan e Richard Tsoi, che la presente sono liberi su cauzione.