Sangla Hill, leader cristiani minacciati di morte
di Qaiser Felix

La minaccia, telefonica, proviene da un gruppo islamico estremista che propone di "scendere a patti". "Non possiamo farlo, perché vorrebbe dire lasciare impuniti i veri autori dell'attacco del 12 novembre".


Sangla Hill (AsiaNews) – "Se non scendi a patti con noi entro 2 giorni, preparati a morire". Questa è la frase con cui un uomo – che si è identificato come un appartenente all'organizzazione islamica estremista Lashkar-e-Jhangvi – ha minacciato le personalità cristiane di Sangla Hill.

Qui il 12 novembre scorso una folla composta da circa 2 mila musulmani ha attaccato le proprietà della comunità cristiana. La folla - istigata da alcuni leader religiosi che accusavano un cristiano di blasfemia – ha distrutto 3 chiese, le abitazioni di 2 pastori protestanti, un convento di suore, un ostello femminile e 2 scuole.

Saqib Sohail Batti, consigliere generale del paese, conferma ad AsiaNews che oltre a lui anche p. Samson Dilawar, parroco cattolico, ed il pastore Tajmal Perves hanno ricevuto la stessa telefonata. "Siamo stati chiamati tutti e 3 il 27 dicembre – racconta – dallo stesso uomo, che chiamava dallo stesso numero". "Abbiamo avvertito la polizia – continua – che ha individuato il numero: un ufficio pubblico per le chiamate di Faisalabad".

"Venire a patti con loro – spiega il Consigliere generale – significa fare pace e noi questo non possiamo farlo, perché i veri istigatori della violenza sono ancora in libertà. Se cediamo, non verranno puniti per quello che hanno fatto".

"Siamo molto spaventati – conclude – e passiamo le giornate in casa. La polizia era stata avvertita anche prima del 12 novembre, ma non ha fatto nulla per prevenire l'attacco degli estremisti".