Aceh nord "non toccata" dagli aiuti post tsunami
di Mathias Hariyadi
Lo denunciano le stesse vittime del maremoto. Insufficienti i programmi di ricostruzione, sospesi quelli alimentari: qui la vita è "sempre più dura".

Banda Aceh (AsiaNews) – A nord della devastata  provincia di Aceh le vittime dello tsunami aspettano ancora aiuti. La popolazione locale afferma di "non essere toccata" dai programmi di ricostruzione: nessuna On locale o internazionale o organismi stranieri e nazionali hanno offerto il loro aiuto. Inoltre sono terminati i programmi alimentari e la gente ha fame.

I residenti della sub reggenza di Kecamatan Samudera sono solo alcuni di quelli che hanno denunciato la totale assenza di piani per costruire le 20 case necessarie alle vittime del maremoto nella zona, ad oggi ancora senzatetto. Mustafa, 33 anni, del villaggio di Matang Ulim, spiega che gli abitanti di  Kecamatan Samudera Gueudong non hanno dove dormire: "Nessuno è venuto a visitare la nostra zona e ad offrire aiuto".

Situazione simile nel villaggio di Balng Nibong, dove lo tsunami ha distrutto almeno 130 abitazioni. In questa zona solo l'International Organization of Migration (Iom) ha un programma di ricostruzione. Questo però prevede solo 13 edifici: l'organizzazione ha infatti cambiato i suoi piani a causa della carenza di terra.

Secondo fonti locali, lo tsunami ha distrutto 1.217 case. Nel villaggio di Puuk sono in costruzione 70 unità e 56 abitazioni devono essere ristrutturate. Nel villaggio di Krueng Mate saranno ricostruite 28 case e 29 in quello di Matang Seulimeng. Secondo Husnan Ibrahim, funzionario statale ad Aceh nord, qui gli abitanti avrebbero bisogno di almeno 7.868 abitazioni. Al momento ne sono disponibili solo 1.345.

Oltre 27.500 rifugiati a nord della provincia hanno denunciato, inoltre, che negli ultimi 5 mesi sono terminati alcuni programmi che provvedevano al sostentamento quotidiano (i cosiddetti jadup). Migliaia di abitanti si guadagnano da vivere con la pesca, attività che non possono più permettersi a causa dell'aumento del costo del carburante deciso dal governo a ottobre. "La vita è sempre più dura  – dice Maimun, 45 anni, di Sawang – abbiamo urgente bisogno di garanzie almeno per le necessità primarie". I programmi jadup sono finiti a luglio e "le promesse sono rimaste tali" aggiunge Ramli, rifugiato a Syamtalira Bayu.

L'Ufficio di nord Aceh per l'assistenza sociale spiega di non aver interrotto i programmi, il problema è che "il dipartimento degli Affari sociali a Banda Aceh non ha distribuito i soldi necessari".