Oltre 350mila keralesi attendono di tornare a casa dopo il lockdown
di Biju Veticad

La quarantena doveva terminare il 4 maggio, ma il governo centrale l’ha estesa ancora per due settimane. Il governo del Kerala ha approntato una serie di navi e di aerei militari e commerciali per il ritorno. Molti lavoratori migranti vivono nel Golfo e soffrono della crisi economica seguita al crollo del prezzo del petrolio. Chi ritorna sarà sottoposto a un periodo di quarantena in infrastrutture governative.


Thiruvananthapuram (AsiaNews) – Oltre 350mila keralesi attendono di tornare in patria non appena il governo centrale cancella il lockdown. La quarantena era stata imposta su tutto il Paese dal 24 marzo scorso e doveva terminare il 4 maggio. Oggi di per sé Delhi ha esteso il lockdown per altre due settimane, ma con gradi diversi a seconda di zone “rosse”, “arancio” o “verdi”.

Dal 24 marzo tutti i voli domestici sono stati interrotti; i voli internazionali erano stati fermati due giorni prima.  Nell’attesa della fine del lockdown, il governo del Kerala – dove la pandemia è stata controllata con successo – sta preparando un piano di ritorno dei connazionali da diversi Paesi del mondo, soprattutto quelli del Golfo. In meno di 72 ore, almeno 353mila keralesi si sono registrati al portale del governo per ritornare in India.

Il governo dello Stato si sta impegnando in un piano mastodontico per impiegare una serie di vani e aerei militari e commerciali per evacuare le migliaia di indiani nel Golfo e in altre regioni del mondo. Lo Stato ha già contattato le diplomazie straniere perché facilitino il ritorno a casa dei lavoratori migranti. Hotel e altre infrastrutture vengono approntate per ospitare coloro che ritornano per un periodo di quarantena di 14 giorni. Pare esclusa la possibilità di spendere la quarantena in casa propria.

La precedenza nei ritorni sarà data anzitutto a donne gravide, a coloro affetti da malattie diverse dal Covid-19, a studenti, a coloro i cui visti di lavoro o di turismo sono scaduti, a coloro che hanno perso il lavoro e non hanno più soldi per sostenersi dopo oltre un mese di isolamento.

Fra tutti gli Stati indiani, il Kerala è quello con il maggior numero di migranti all’estero. Il Dipartimento dei keralesi non residenti (Norka) ha aperto la registrazione per coloro che vogliono ritornare a casa. A partire al 30 aprile ad oggi, si sono registrati 353mila keralesi da 203 nazioni. Fra questi, 153660 provengono dagli Emirati e 50mila dall’Arabia saudita.

Il loro ritorno non conclude i problemi: fra di loro, almeno 56114 hanno perso il lavoro e il periodo dopo il lockdown non si presenta pieno di possibilità di impiego.

Si calcola che su 4 milioni di keralesi che vivono all’estero, almeno 500mila di essi decideranno di ritornare nei prossimi mesi. A questi vanno aggiunti 94mila persone – fra cui molti studenti – che vogliono tornare in Kerala da altri Stati indiani.

Almeno 28 milioni di indiani vivono all’estero; 8 milioni risiedono nei Paesi del Golfo e sono stati colpiti non solo dalla crisi del virus, ma anche dalla crisi economica conseguente all’abbassamento del prezzo del petrolio.

L’operazione del ritorno comincerà non appena il lockdown sarà tolto. Fonti governative hanno detto ad AsiaNews che è necessario anzitutto riportare a casa i migranti del Golfo, poi quelli in Europa e infine quelli dai Paesi rimanenti.

Nei giorni scorsi, un gruppo di membri del parlamento hanno tenuto un sit-in di protesta per spingere il governo a velocizzare il ritorno dei keralesi (v. foto 2).

I dati ufficiali della Confederazione registrano oggi 26167 casi positivi. I morti sono finora 1218; I guariti sono 9950.