Guangdong, liberi cinque sindacalisti arrestati nel 2018

Sono ritornati a casa il 7 maggio dopo due settimane di quarantena per il coronavirus. Erano stati arrestati per essersi uniti a studenti e operai che volevano creare un sindacato libero in una azienda di Shenzhen. Le connivenze del sindacato ufficiale con il regime.


Shenzhen (AsiaNews) – Cinque attivisti sindacali sono stati rilasciati dopo 16 mesi di prigionia. Zhang Zhiru, Wu Guijun, Jian Hui, Song Jiahui and He Yuancheng sono ritornati a casa il 7 maggio, riporta il China Labour Bulletin (Clb). Erano stati liberati il 24 aprile, ma hanno dovuto trascorrere due settimane in quarantena per il coronavirus, prima di raggiungere le proprie famiglie.

I cinque erano stati arrestati dalla polizia nel gennaio del 2018 per aver “disturbato l’ordine pubblico”. All’epoca, poliziotti in tenuta anti-sommossa avevano fermato 50 persone. Si trattava di studenti e operai attivisti che volevano fondare un sindacato libero all’interno della Jasic Technology di Shenzhen, una compagnia quotata in Borsa, che secondo i lavoratori locali trattava i suoi impiegati “come schiavi”.

I sindacalisti liberati erano stati condannati in un processo a porte chiuse. In passato avevano subito altre condanne per aver tentato di creare sindacati indipendenti. In Cina i sindacati liberi sono proibiti dai tempi delle manifestazioni di Tiananmen del 1989, quando un’alleanza fra studenti e operai ha iniziato a costituire associazioni sindacali. Le loro istanze sono finite con l'intervento dei militari e il massacro.

Per Han Dongfang, direttore del Clb, se il sindacato ufficiale avesse sostenuto questi cinque attivisti nelle loro lotte, invece di essere connivente con il regime, il movimento dei lavoratori ne avrebbe tratto grande beneficio.