Si sono riuniti ieri per la Giornata di preghiera e digiuno. Semplici fedeli si sono uniti ai leader religiosi nell’invocazione al Signore. Il vescovo, mons. Indrias Rehmat: “Grazie alla preghiera e alla carità supereremo la crisi”. Il leader musulmano Maulana Mubashar: “Dio ci ascolterà e ci salverà dal coronavirus”.
Faisalabad (AsiaNews) – Musulmani, cristiani e sikh pakistani si sono riuniti ieri nella casa vescovile della diocesi locale per pregare e digiunare con papa Francesco contro il coronavirus. L’iniziativa risponde a un appello dell’Alto comitato della fratellanza umana, sostenuto dal pontefice.
Oltre ai leader religiosi, all’incontro di preghiera e digiuno, organizzato dalla diocesi e da una rete di organizzazioni umanitarie attive a Faisalabad, hanno partecipato sacerdoti, suore, attivisti, rappresentanti dei media e semplici fedeli, inclusi insegnanti, studenti e madri con i loro figli. A seconda del loro credo, tutti hanno cantato inni al Signore; i rappresentanti religiosi hanno poi acceso candele per la pace e la speranza.
Rivolgendosi ai partecipanti, mons. Indrias Rehmat, vescovo di Faisalabad, ha detto che solo attraverso la preghiera, il digiuno e la carità l’umanità può superare la crisi pandemica e tornare alla normalità. Egli ha chiesto umilmente a tutte le religioni di rimanere unite in questo momento di crisi: “Solo così Dio avrà misericordia di noi e ci libererà dal morbo”. Per padre Khalid Rashid Asi, direttore della Commissione diocesana per l’armonia e il dialogo tra le fedi, quando le diverse confessioni si uniscono in preghiera, ogni ostacolo può essere superato, anche una malattia mortale come il Covid-19
Maulana Mubashar, leader religioso musulmano, ha raccolto e rilanciato il messaggio di unità. “Abbiamo fedi, etnie e lingue diverse, ma oggi abbiamo giurato insieme di aiutare i poveri del coronavirus con i nostri atti di carità. Dio è unico, e ci vuole uniti per servire chi ne ha bisogno. Lui ci ascolterà e ci salverà dalla pandemia”.