Pechino arresta tre attivisti che sostengono Hong Kong contro la legge sulla sicurezza

Tre sostenitori del movimento pro-democrazia fermati per aver criticato il provvedimento sui social media. Rischiano una condanna per sovversione. Nel frattempo, Pechino denuncia la brutalità della polizia Usa, accusando l’amministrazione Trump di usare “due pesi e due misure” in tema di sicurezza interna.


Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Tre attivisti cinesi sono stati arrestati nei giorni scorsi per aver criticato sui social media la legge sulla sicurezza per Hong Kong , e per sostenere il movimento pro-democrazia nell’ex colonia britannica.

Xiao Yuhui è stato fermato il 27 maggio dalla polizia nella sua abitazione a Huizhou (Guangdong). La sua colpa è di aver ritwittato un post su WeChat (il Twitter cinese) che si oppone al provvedimento liberticida approvato il 28 maggio dall’Assemblea nazionale del popolo.

Il post incriminato richiama una campagna pubblica contro la nuova legge lanciata da Apple Daily, giornale filo-democratico di Hong Kong. Anche l’autrice del tweet originario, di cui non si conosce l’identità, è stata arrestata. Chinese Human Rights Defenders riporta che ella è stata scarcerata su cauzione il 28 maggio ed è ora in attesa del processo. 

Stessa sorte è toccata al poeta Wang Zang. Il 30 maggio, egli è stato portato via dalla sua abitazione nella prefettura autonoma di Chuxiong Yi (Yunnan), e trattenuto per 12 ore dalla polizia locale. Secondo fonti citate da Radio Free Asia, Wang si trova ora agli arresti domiciliari insieme al resto della famiglia e rischia un’incriminazione per sovversione.

Il suo sarebbe un fermo preventivo alla vigilia del 4 giugno, anniversario del massacro di Tiananmen del 1989. Nel 2014,Wang era stato preso di mira dalle Forze dell’ordine per aver appoggiato il movimento democratico Occupy Central a Hong Kong.

La normativa sulla sicurezza punisce le azioni e le “attività” che mettono in serio pericolo la sicurezza nazionale. Gli abitanti di Hong Kong potranno essere arrestati per sovversione, secessione, terrorismo e collaborazione con forze straniere che interferiscono negli affari della città.

Gli Stati Uniti capeggiano un fronte internazionale di condanna del provvedimento. Come misura di ritorsione alla mossa della Cina, Washington ha avviato le procedure per cancellare i privilegi commerciali e finanziari finora riconosciuti a Hong Kong.

La risposta di Pechino non si è fatta attendere. Per i leader cinesi, l’amministrazione Trump usa “due pesi e due misure” riguardo al problema della sicurezza interna. Il regime del Partito comunista accusa il presidente Usa di appoggiare da un lato le rivendicazioni dei dimostranti di Hong Kong, e dall’altro di autorizzare la polizia a reprime in modo brutale le manifestazioni anti-razzismo che stanno scuotendo gli Stati Uniti in questi giorni.