Abbandonati nelle città, senza lavoro, soldi o cibo, essi hanno marciato fino ai loro villaggi per migliaia di chilometri, contravvenendo alla legge sulla quarantena. Avrebbero potuto essere condannati a un anno di carcere. L’ong Seeds: la legge deve essere fatta per gli uomini e non l’uomo per la legge.
New Delhi (AsiaNews) – La Corte suprema dell’India ha stabilito che i lavoratori migranti che il lockdown ha abbandonato nelle città senza lavoro, né salari, né cibo, né alloggio non possono essere puniti anche se hanno violato la legge sulla quarantena, cercando di ritornare a piedi alle loro case.
In una ordinanza diffusa il 9 giugno, la Corte suprema ha chiesto sia al governo centrale, sia a quelli dei diversi Stati di non emettere denunce contro i migranti per la loro “cattiva condotta”.
A causa del coronavirus, il premier Narendra Modi ha deciso di mettere il Paese in quarantena a partire dalla mezzanotte del 24 marzo scorso, con la chiusura di tutte le attività e il fermo dei trasporti. Centinaia di milioni di lavoratori a giornata per salvarsi dalla fame e da possibili contagi nelle grandi città, hanno cercato di ritornare ai loro villaggi, affrontando percorsi anche di migliaia di chilometri
Così facendo, però, essi hanno trasgredito il decreto di Modi, incorrendo nella possibilità di essere multati o di subire una condanna a un anno di prigione.
La decisione della Corte suprema riporta giustizia nella situazione e mostra che “la legge deve essere fatta per gli uomini e non l’uomo per la legge”. Dice così la sig.ra Anuradha, responsabile della comunicazione di “Seeds” una ong che si occupa dei migranti. Anuradha spiega ad AsiaNews: “L’ordine della Corte suprema è quanto tutto il Paese si aspettava. Il fardello che pesa sui migranti a causa del lockdown è noto a tutti. Essi hanno deciso di ritornare a casa camminando per migliaia di chilometri e lo hanno fatto costretti dalla fame e dalla mancanza di lavoro”.
L’ong (Seeds: Sustainable Environment and Ecological Development Society, fondata nel 1994, una società per uno sviluppo ecologico e un ambiente sostenibile) è impegnata nel sostenere le persone che sono “al livello più basso della società, soprattutto nei momenti di disastro, quali alluvioni, frane, terremoti, ecc.”.
Durante la crisi del Covid-19 Seeds ha lavorato in 9 Stati, fra cui Orissa, Bihar, Maharashtra, Kerala, Tamil Nadu, Uttarakand, ecc. “Il nostro impegno – conclude Anuradha – è sostenere le persone in situazioni difficili e ingovernabili, a causa di eventi imprevisti”.
La Corte suprema ha anche ordinato alla Indian Railways, le ferrovie statali, di moltiplicare i servizi di treni per permettere ai migranti di ritornare a casa al più presto.