Il sostegno e la solidarietà internazionale per il ‘resiliente’ popolo libanese

Dopo le tensioni con Hezbollah, Israele smentisce qualsiasi coinvolgimento nell’esplosione. La Lega Araba chiede di far luce sulle cause. L’Onu assicura l’invio di aiuti per fronteggiare la “tragica catastrofe”. Il presidente Usa Trump non esclude la pista dell’attentato. Dall’Iran assistenza “in tutti i modi possibili”.


Beirut (AsiaNews/Agenzie) - La comunità internazionale si stringe attorno al Libano, colpito dalle devastanti esplosioni che hanno investito ieri pomeriggio la capitale Beirut, una “città disastrata” secondo i testimoni, provocando oltre cento morti e almeno 4mila feriti. Molte nazioni hanno promesso l’invio di aiuti per far fronte ai gravissimi danni, che si sommano a una situazione già di emergenza innescata dalla pandemia di nuovo coronavirus. 

Fra le prime reazioni vi è quella di Israele che, da un lato, promette sostegno e, dall’altro, smentisce ogni coinvolgimento nello scoppio. Nelle ore precedenti la tragedia il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva lanciato minacce durissime contro Hezbollah, col quale sono in atto da tempo forti tensioni. Il ministro israeliano degli Esteri Gaby Ashkenazi afferma che il Paese “non ha alcun legame” con l’esplosione, la quale è stata “con tutta probabilità provocata da un incendio”. 

In queste ore il coordinatore speciale Onu per il Libano Jan Kubi ha offerto aiuti umanitari a nome delle Nazioni Unite per fronteggiare la “tragica catastrofe”. Il capo della Lega araba Ahmed Aboul Gheit sottolinea “l’importanza di trovare la verità nelle esplosioni e quali sono le cause”. Questa tragedia finisce per “esacerbare le difficoltà” del Paese e “aumentare la gravità della crisi”. 

Ieri sera il presidente della Francia Emmanuel Macron ha espresso “solidarietà fraterna con i libanesi” colpiti dalla tragedia. Il governo di Parigi “è vicino al Libano” e promette l’invio “di soccorsi e di mezzi francesi” per contribuire alle operazioni di ricerca di eventuali superstiti. Il capo della diplomazia degli Stati Uniti Mike Pompeo rivolge “le più sincere condoglianze a tutti quelli che sono stati colpiti dalle esplosioni” che, secondo il presidente Donald Trump “sembrano un attentato” (ipotesi esclusa per ora dagli esperti, che propendono per la tesi dell’incidente). “Seguiamo la situazione da vicino - aggiunge il segretario di Stato  Pompeo - e siamo pronti ad aiutare il popolo libanese a rimettersi in piedi dopo questa terribile tragedia”. 

La Russia “condivide il dolore del popolo libanese” sottolinea il presidente Vladimir Putin, che ha inviato un telegramma di condoglianze all’omologo Michel Aoun. Il Primo Ministro del Canada Justin Trudeau dice di essere pronto ad aiutare “in qualunque modo” sia necessario. Di “immagini e video scioccanti” parla il Primo Ministro del Regno Unito Boris Johnson, che rivolge “un pensiero e una preghiera alle vittime” e promette “il sostegno in tutto il modo possibile”. 

L’emiro del Qatar Tamim ben Hamad al-Thani annuncia l’invio in Libano di ospedali da campo per contribuire nella cura dei feriti. “I nostri cuori sono con Beirut e la sua popolazione” ha dichiarato il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti (Eau) Anwar Gargash, che ha rilanciato una immagine del celebre grattacielo Burj Khalifa illuminato con i colori del Libano. “Che Dio - ha aggiunto - protegga il fratello Libano e i libanesi, consolando le sofferenze e guarendo le ferite”. Il Kuwait ha annunciato l’invio di medicinali di emergenza, mente l’Arabia Saudita testimonia “piena solidarietà” al popolo libanese. 

In Iran il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha offerto assistenza “in tutti i modi possibili” al Libano e “al suo popolo resiliente”. “Come sempre - ha aggiunto - l’Iran è disponibile in ogni modo a fornire assistenza e i mezzi necessari”. Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha ricordato i “fratelli” libanesi, mentre l’omologo dell’Iraq Barham Saleh ha annunciato l’invio di mezzi e aiuti.