Le esplosioni di Beirut: un decimo della bomba di Hiroshima

Il presidente Michel Aoun conferma che le esplosioni sono state causate dal deposito di nitrato di ammonio incustodito. Autorità portuali e della dogana agli arresti domiciliari. Sospetti sulla presenza di un deposito di armi. Gli ex primi ministri domandano “un’inchiesta internazionale o araba” sulla vicenda. Il governatore di Beirut: Abbiamo bisogno di cibo, vestiti, materiale per ricostruire le case, un riparo per i rifugiati. La campagna di AsiaNews: "In aiuto a Beirut devastata".


Beirut (AsiaNews) – Le esplosioni avvenute ieri al porto di Beirut avevano un potere esplosivo pari a un decimo di quello scatenato dalla bomba di Hiroshima, lanciata 75 anni fa.

Lo afferma uno studio dell’università di Sheffield (Gran Bretagna), sottolineando che in ogni caso quelle di ieri sono “senza dubbio una delle più grandi esplosioni non-nucleari della storia”.

L’esplosione ha ucciso almeno 135 persone e ferito quasi 5mila e 300mila sfollati, la cui casa è stata distrutta o danneggiata.  A causa dei fumi che si teme siano velenosi, centinaia di migliaia di persone si stanno muovendo dalla capitale verso la montagna o in ogni caso lontano dalla zona colpita.

Secondo il presidente libanese Michel Aoun, le esplosioni sono state causate da 2750 tonnellate di nitrato di ammonio immagazzinate senza sicurezza in un deposito. Per questo alcune autorità del porto sono state messe agli arresti domiciliari, mentre è stata lanciata un’inchiesta sulle responsabilità.

Le autorità portuali e della dogana si difendono dicendo che molte volte hanno chiesto la rimozione della pericolosa sostanza, ma non hanno ottenuto risposta. Secondo alcuni siti specializzati, il nitrato di ammonio era stato requisito da una nave moldava nel 2013, che presentava alcune illegalità. La nave è stata poi abbandonata dai proprietari e dal 2014 la sostanza chimica era rimasta nei depositi del porto.

Diversi analisti sospettano che le esplosioni siano avvenute perché nel porto vi erano dei depositi di armi. In ogni caso, per molti a Beirut, il gigantesco incidente è una conferma dell’incapacità della classe politica e delle autorità a gestire la società libanese.

Vi sono anche richieste pressanti per un’inchiesta internazionale. Tutti gli ex premier libanesi, all’opposizione rispetto al presente governo, hanno domandato ieri una inchiesta “internazionale o araba”, dato che le esplosioni hanno “minato la fiducia dei libanesi verso il governo”. Nel gruppo sono compresi Fouad Siniora, Saad Hariri e Tammam Salam.

La richiesta di un’inchiesta internazionale è stata avanzata anche dal partito di Walid Joumblatt e da Marwan Hamadé.

Intanto, la situazione sul terreno è disastrosa. Molte persone si sono offerte volontarie per ripulire le strade della capitale bloccate dalle macerie e dalla polvere. La situazione umanitaria rimane acuta. Il governatore di Beirut, Marwan Aboud, ha lanciato un appello: “Beirut ha bisogno di cibo; Beirut ha bisogno di vestiti, case, materiale per ricostruire le abitazioni. Beirut ha bisogno di un riparo per i rifugiati, per la sua gente”.

 

A sostegno della popolazione di Beirut e del Libano, in appoggio alla Caritas Libano, AsiaNews ha deciso di lanciare la campagna "In aiuto a Beirut devastata". Coloro che vogliono contribuire possono inviare donazioni a:

- Fondazione PIME - IBAN: IT78C0306909606100000169898 - Codice identificativo istituto (BIC): BCITITMM -

   Causale: “AN04 – IN AIUTO A BEIRUT DEVASTATA”

-  attraverso il sito di AsiaNews alla voce “DONA ORA”