I cristiani di Nagasaki ricordano le vittime dell’attacco atomico di 75 anni fa

La cerimonia si è svolta nella cattedrale di Urakami, quasi rasa al suolo dal bombardamento del 9 agosto 1945. La città è il centro della cristianità nel Paese. In 140mila morirono sul colpo, tra loro 8.500 dei 12mila fedeli locali. Le critiche del papa all’uso degli ordigni nucleari.


Nagasaki (AsiaNews) – Ieri mattina, con una cerimonia nella cattedrale cittadina di Urakami, la comunità cattolica ha commemorato le vittime dell’attacco nucleare a Nagasaki. Il 9 agosto di 75 anni, alle ore 11.02, la città nipponica è stata colpita da una bomba atomica sganciata da un bombardiere Usa. Il raid è avvenuto tre giorni dopo quello su Hiroshima. Dopo il duplice attacco, il governo imperiale di Tokyo accettò la resa imposta dalle potenze alleante, ponendo fine al secondo conflitto mondiale.

Insieme alla messa si è svolta  una commemorazione pubblica. Vi hanno partecipato solo 500 persone, il 10% di quelle avute lo scorso anno, per le misure di prevenzione contro il Covid-19. Nel suo discorso, il sindaco locale, Tomihisa Taue, ha chiesto al governo di prendere l’iniziativa per vietare l’utilizzo della armi atomiche.

Almeno 74mila abitanti morirono sul colpo a Nagasaki (140mila a Hiroshima); altre migliaia perirono nei giorni e negli anni successivi per effetto delle radiazioni e delle gravi ustioni. Fra essi vi fu il grande radiologo Paolo Takashi Nagai. Fra le vittime si contarono 8.500 dei 12mila cristiani che vivevano in città.

Nagasaki è il centro della cristianità in Giappone. Tra il 17° e il 18° secolo, la città ospitò numerosi cristiani perseguitati dalle autorità imperiali. La chiesa di Urakami, tra le più grandi in Asia, si trova a 500 metri dall’ipocentro dell’esplosione atomica. Essa fu rasa quasi al suolo, e ricostruita negli anni successivi. Nell'edificio si conserva la testa di una statua della Madonna, sfregiata dall'esplosione (v. foto).

Lo scorso anno papa Francesco ha visitato Nagasaki e Hiroshima, criticando l’uso delle armi nucleari, da lui considerato immorale. Il pontefice ha lanciato inoltre un’iniziativa a sostegno del Trattato sulla proibizione della armi nucleari, approvato dall’Assemblea delle Nazioni Uniti nel 2017, ma non ancora ratificato da molti Stati, tra cui il Giappone.