Crisi del coronavirus: il Jakarta Post licenzia per evitare la chiusura
di Mathias Hariyadi

Per la direzione del giornale, “il passo è drammatico, ma necessario”. Il Paese è in recessione e la pubblicazione accumula perdite. La spesa per gli stipendi deve passare dal 75 al 30% del totale. Il personale sarà ridotto a 50-60 unità. La crisi dell’editoria in Asia.


Jakarta (AsiaNews) – Colpito dagli effetti della pandemia di coronavirus, il Jakarta Post annuncia un piano di licenziamenti per evitare la chiusura. Lo ha rivelato la direzione del giornale in una nota interna pubblicata il 25 agosto. Per i vertici della pubblicazione, “il passo è drammatico, ma necessario”.

Il Jakarta Post, lanciato nel 1983, è il primo e più importante giornale in lingua inglese della nazione. Stampa ogni giorno circa 6mila copie e gode di ottima reputazione fra gli alti funzionari indonesiani e gli stranieri che vivono nel Paese.

L’emergenza Covid-19 ha spinto però l’Indonesia verso la recessione, e la pubblicazione sta accumulando perdite finanziarie. “Vendiamo un limitato numero di copie, ma abbiamo un forte impatto sulla società, soprattutto per la nostra copertura dei temi legati alla giustizia e alla democrazia. Purtroppo non abbiamo più soldi”, ha dichiarato Yusuf Wanandi, capo del consiglio di amministrazione.

Ad oggi, gli stipendi incidono sul 75% delle spese del giornale. Per raggiungere il pareggio di bilancio entro fine anno, o al massimo il 31dicembre del 2021, il costo della forza lavoro dovrà scendere al 30%. I tagli saranno completati entro il primo ottobre, riducendo il personale a 50-60 unità.

La crisi pandemica ha assestato un duro colpo all’editoria in Asia. Il caso più eclatante è quello del South China Morning Post, che ad aprile ha tagliato gli stipendi a 27 alti dirigenti – inclusa la direttrice responsabile Tammy Tam – e obbligato tutti i dipendenti con un guadagno mensile superiore ai 20mila dollari HK (2.180 euro) a prendersi tre settimane di ferie non pagate entro marzo 2021.