Via libera della Lega araba alle relazioni diplomatiche fra Israele ed Emirati

L’Autorità palestinese non è riuscita a convincere gli Stati membri a votare una mozione di condanna. Il segretario generale aggiunto parla di discussioni “intense” e di un confronto “esaustivo”. La firma ufficiale verrà apposta il 15 settembre a Washington, sotto l’egida della Casa Bianca.


Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) - L’Autorità palestinese non è riuscita a convincere gli Stati membri della Lega araba a condannare l’accordo che prevede la normalizzazione dei rapporti fra Israele ed Emirati Arabi Uniti (Eau), e l’apertura di canali diplomatici ufficiali. Una firma siglata il 13 agosto scorso e sostenuta con forza dagli Stati Uniti e dall’amministrazione del presidente Donald Trump, che punta a estendere il numero dei Paesi coinvolti partendo dall’Arabia Saudita

Durante un incontro in videoconferenza dei ministri degli Esteri dell’organizzazione, i rappresentanti palestinesi sono apparsi meno ostili all’accordo, che verrà ratificato in via ufficiale il 15 settembre a Washington, sotto l’egida della Casa Bianca. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e il principe ereditario degli Emirati, Mohammed bin Zayed al Nahyan, guideranno le delegazioni ufficiali. Secondo quanto stabilito, lo stato del Golfo si impegna a normalizzare le relazioni diplomatiche con Israele, il quale sospenderà le operazioni di annessione in Cisgiordania.

“Le discussioni su questo punto [la ratifica dell’accordo] sono state intense” ha dichiarato Hossam Zaki, segretario generale aggiunto della Lega araba. Si è trattato, prosegue, di un confronto “esaustivo” che ha richiesto del tempo, ma alla fine "non è sfociato in un accordo sulla bozza di comunicato [di condanna] proposta dalla parte palestinese”.

Nei giorni scorsi, fra i leader musulmani del Medio oriente, era giunta la ferma condanna del gran muftì di Gerusalemme, ostile alla normalizzazione. Egli ha rassegnato le dimissioni dal Forum per la promozione della pace, con base negli Emirati, per protesta contro il pubblico sostegno dell’organizzazione. Al contrario, aveva sollevato polemiche e attacchi sui social la possibile “apertura” all’accordo dell’imam della Grande moschea della Mecca Abdulrahman al-Sudais.

I palestinesi temono che l’accordo metta in discussione la posizione degli Stati membri della Lega, che hanno posto il ritiro israeliano dai territori occupati e la creazione di uno Stato palestinese quali condizioni indispensabili per la normalizzazione dei rapporti con Israele. Il principe Faisal ben Farhan, ministro saudita degli Esteri, ha confermato il sostegno di Riyadh alla creazione di uno Stato palestinese entro i confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale.