Papa al Banco Farmaceutico: Medicine e vaccini anche per i poveri

Papa Francesco ha incontrato i membri dell’organizzazione che celebra i suoi 20 anni di vita. Essa è diffusa in diversi Paesi e sostiene progetti di aiuto medico in Afghanistan, Libano, Niger, Libia, Kosovo, Gibuti, Somalia, Venezuela, Sud Sudan e Siria. Una lotta contro la “marginalità farmaceutica”.


Città del Vaticano (AsiaNews) - “La Giornata di Raccolta del Farmaco è un esempio importante di come la generosità e la condivisione dei beni possono migliorare la nostra società e testimoniare quell’amore nella prossimità che ci viene richiesto dal Vangelo (cfr Gv 13,34)”. Lo ha detto papa Francesco questa mattina nell’udienza concessa ai membri della Fondazione “Banco Farmaceutico”, un’organizzazione che si preoccupa – attraverso la collaborazione fra volontari, farmacie e industrie farmaceutiche di distribuire medicinali ai poveri. L’udienza voleva celebrare i 20 anni dalla sua nascita. Il “Banco Farmaceutico” organizza ogni anno – di solito in febbraio – una “Giornata di raccolta del farmaco” in cui singoli e farmacie sono invitate ad acquistare o condividere medicine con i più poveri.

In questi 20 anni l’organizzazione si è diffusa in diversi Paesi nel mondo e sostiene progetti di aiuto medico in Afghanistan, Libano, Niger, Libia, Kosovo, Gibuti, Somalia, Venezuela, Sud Sudan e Siria.

“Chi vive nella povertà – ha detto Francesco - è povero di tutto, anche di farmaci, e quindi la sua salute è più vulnerabile. A volte si corre il rischio di non potersi curare per mancanza di soldi, oppure perché alcune popolazioni del mondo non hanno accesso a certi farmaci. C’è anche una ‘marginalità farmaceutica’. Questo crea un ulteriore divario tra le nazioni e tra i popoli. Sul piano etico, se c’è la possibilità di curare una malattia con un farmaco, questo dovrebbe essere disponibile per tutti, altrimenti si crea un’ingiustizia. Troppe persone, troppi bambini muoiono ancora nel mondo perché non possono avere quel farmaco che in altre regioni è disponibile. Conosciamo il pericolo della globalizzazione dell’indifferenza; vi propongo invece di globalizzare la cura, cioè la possibilità di accesso a quei farmaci che potrebbero salvare tante vite per tutte le popolazioni. Per fare questo c’è bisogno di uno sforzo comune, di una convergenza che coinvolga tutti”.

Riferendosi poi alla situazione presente, segnata dalla pandemia da Covid-19, egli ha ribadito che “sarebbe triste se nel fornire il vaccino si desse la priorità ai più ricchi, o se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione, e non fosse per tutti”.

Il pontefice ha anche chiesto alle aziende farmaceutiche di “concorrere ad una più equa distribuzione dei farmaci”; e ai governanti di “costruire un mondo più giusto, in cui i poveri non vengano abbandonati”.