Hong Kong: un altro avvocato 'rinuncia' a difendere i 12 attivisti arrestati nel Guangdong

È il sesto che declina l’incarico, dopo aver ricevuto pressioni dalle autorità del Partito comunista cinese. Fermati per aver violato le acque territoriali della madrepatria. L’esecutivo di Hong Kong si rifiuta di intervenire, come richiesto dalle famiglie. Negata manifestazione a sostegno dei detenuti.

 


Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) –  Su pressione delle autorità cinesi, un altro avvocato ha rinunciato a difendere uno dei 12 attivisti pro-democrazia di Hong Kong, arrestati il 23 agosto al largo del Guangdong . Lo ha rivelato oggi la famiglia di Kwok Tsz-lun, studente 19enne, detenuto insieme agli altri nel carcere di Shenzhen.

È il secondo legale nominato dai familiari del detenuto che declina l’incarico: secondo quanto riporta Rthk, egli si è ritirato dopo una esplicita richiesta della Commissione centrale per gli affari politici e legali del Partito comunista cinese. Nel complesso, sei avvocati cinesi hanno rinunciato al caso.

Al momento del fermo, gli arrestati – 11 uomini e una donna – si trovavano su un motoscafo, diretti con ogni probabilità a Taiwan per chiedere rifugio. L’accusa, che dopo oltre un mese non è stata ancora formalizzata, è di aver violato le acque territoriali della madrepatria. Per il ministero degli Esteri di Pechino, il gruppo dovrebbe essere incriminato per “separatismo”.

Tra i fermati vi è anche Andy Li, l’attivista pro-democrazia arrestato il 10 agosto insieme al magnate dell’editoria Jimmy Lai in base alla nuova legge sulla sicurezza voluta dal regime cinese. Gli altri, fra cui anche un minorenne di 16 anni, sono sotto processo per aver partecipato alle manifestazioni anti-governative scoppiate più di una anno fa a Hong Kong.

Le famiglie dei detenuti hanno chiesto più volte l’intervento del governo e della polizia dell’ex colonia britannica, ricevendo un rifiuto. Il governo cittadino ha dichiarato che gli arrestati hanno potuto scegliere un legale da una lista approvata dalle autorità cinesi. L’esecutivo locale ha anche respinto la richiesta del Civil Human Rights Front di tenere il primo ottobre una manifestazione a sostegno degli attivisti incarcerati in Cina: la polizia di Hong Kong ha giustificato il diniego con il pericolo di disordini e il rischio di contagi per il coronavirus.