Riforma elettorale: favorevole il 32% dei filippini, ma la Chiesa chiede prima correttezza politica
di Santosh Digal

Secondo il "Consiglio pastorale delle parrocchie per un voto responsabile" la priorità è l'onestà della classe politica. Con la riforma si passerebbe dal sistema presidenziale a quello parlamentare.


Manila (AsiaNews) - Quasi un terzo dei filippini è favorevole ad una riforma costituzionale in senso parlamentare, ma la Chiesa ammonisce che la prima riforma deve essere nel "cambio di stile" della classe politica. Un'indagine fatta dall'istituto indipendente di ricerche Social Weather Stations (SWS) ha mostrato che sta salendo la percentuale degli abitanti delle Filippine che è favorevole alla riforma elettorale proposta dal parlamento. L'indagine è stata condotta su un campione di 1200 persone: i favorevoli al passaggio al sistema parlamentare dall'attuale regime presidenziale salgono al 32%; un altro 32% della popolazione vuole rimanere con l'attuale sistema mentre il 30% degli intervistati non esprime nessuna preferenza.

Invita alla riflessione il "Consiglio pastorale delle parrocchie per un voto responsabile" (Cppvr), il quale sostiene che la vera priorità è cambiare il comportamento della classe politica. "Un cambio di stile della classe politica deve precedere la riforma costituzionale", si legge nella dichiarazione rilasciata l'11 gennaio dal Cppvr, ed un portavoce del Consiglio ha dichiarato che approvare la riforma nella situazione attuale sarebbe come "indossare vestiti puliti senza aver fatto il bagno", o in altre parole, sarebbe come "mettere vino nuovo in vecchi otri".

"C'è bisogno di spiegare al popolo il significato del loro voto: se sarà organizzato un referendum l'elettorato filippino non deve essere impreparato", si legge nel documento del Cppvr. "Organizzeremo quindi campagne di informazione ed educazione". Il documento mette poi in discussione i motivi che spingono il parlamento alla riforma. "Per dubitare dell'autenticità di questi cambi proposti – si legge – è sufficiente osservare come della riforma trarranno beneficio proprio coloro che la propongono". Di referendum parla anche Antonio Ventos, presidente del Cppvr, il quale ha detto che la proposta di riforma aumenta i dubbi sull'onestà dei legislatori, ed ha invitato il popolo a giudicare in maniera indipendente struttura e classe politica. Secondo Ventos il referendum è necessario per conoscere l'opinione dei filippini e per una campagna di informazione ed educazione.

Nato per opera del cardinale Jaime Sin, ex arcivescovo di Manila, il Cppvr controlla la regolarità delle elezioni per conto della Chiesa, comprese quelle del 2004 che hanno visto la vittoria dell'attuale presidente Gloria Macapagal- Arroyo. Quell'anno il Cppvr ha avuto 71.183 osservatori di scrutinio e 45 soprintendenti che rappresentavano 638 parrocchie di tutta la nazione.