Hong Kong, arrestati 8 esponenti pro-democrazia

Oggi è stata la volta del parlamentare Ted Hui. Ieri la polizia ha fermato altre sette personalità democratiche, tra cui quattro legislatori. L’8 maggio l’opposizione contestò con forza la nomina di un membro della maggioranza filo-cinese alla guida dell’House Committee del Legco. Nessun esponente pro-Pechino è stato arrestato; per i democratici si tratta di “giustizia selettiva”. Hui: Viviamo in uno “Stato di polizia”.


Hong Kong (AsiaNews) – Un’ottava personalità democratica è stata arrestata oggi per una rissa scoppiata in maggio nel Legco, il Parlamento cittadino. Insieme ad altri sette esponenti del fronte pro-democrazia, fermati ieri dalla polizia, il parlamentare Ted Hui è accusato di “oltraggio” all’assemblea e di aver “ostacolato” il lavoro dei funzionari addetti alla sicurezza, violando le norme sui privilegi, i poteri e le immunità dei membri del corpo legislativo.

L’8 maggio, nel corso di una seduta infuocata, un gruppo di parlamentari e attivisti democratici si è scontrato – anche fisicamente – con legislatori pro-Pechino sulla nomina del nuovo presidente dell’House Committee, l’organo che vaglia i progetti di legge prima di metterli al voto. Gli esponenti delle forze democratiche sono stati trascinati via con la forza  dalle guardie di sicurezza per aver tentato di bloccare la nomina di Starry Lee – della maggioranza governativa – alla guida della commissione.

L’House Committee era formalmente senza guida da ottobre 2019, da quando il vice presidente Dennis Kwok, un esponente democratico, aveva preso il posto di Lee. Ella aveva dovuto rinunciare all’incarico per potersi candidare a un nuovo mandato parlamentare. Pechino ha accusato Kwok di sabotare i lavori del comitato e impedire l’elezione di un nuovo presidente. Sotto la guida di Lee, l’House Committee ha potuto mettere in calendario l’approvazione della nuova legge sulla sicurezza e di un controverso disegno di legge che criminalizza l’oltraggio all’inno nazionale cinese.

Gli otto arrestati – tra cui figurano 5 parlamentari – compariranno il 5 novembre davanti al giudice. L’opposizione democratica parla di “giustizia selettiva” e motivata da ragioni politiche: le Forze dell’ordine non hanno arrestato alcun legislatore del campo governativo coinvolto nella colluttazione.  

Poco dopo il suo rilascio su cauzione, Hui ha denunciato il fatto che ormai Hong Kong è uno “Stato di polizia”, dove gli agenti “regolano i comportamenti e i discorsi di politici e parlamentari”.