Arrestata giornalista di Rthk che ha indagato sui disordini di Yuen Long

Le indagini di Bao Choy hanno messo in imbarazzo la polizia. Il 21 luglio di un anno fa, una gang mafiosa ha assaltato dimostranti anti-estradizione e ignari passeggeri nella stazione metro locale. Rthk: Non rinunceremo al nostro impegno investigativo. Fronte democratico: Attacco alla libertà di stampa.


Hong Kong (AsiaNews) – La polizia ha arrestato oggi una produttrice di Rthk che ha indagato sui “disordini” di Yuen Long, avvenuti lo scorso anno nel pieno delle dimostrazioni contro la legge sull’estradizione. Bao Choy, giornalista freelance che collabora con il team investigativo della televisione pubblica cittadina, è stata portata via dalla propria abitazione intorno alle 15.30 locali.

L’indagine di Rthk ha sollevato dubbi sull’operato delle Forze dell’ordine riguardo all’incidente di Yuen Long. Il 21 luglio del 2019,  nella locale stazione della metropolitana (Mtr), un gruppo di teppisti ha attaccato dimostranti anti-estradizione e ignari passeggeri. Vestiti con magliette bianche (per distinguersi da quelle nere dei manifestanti), armati di sbarre di ferro, bastoni e altre armi di offesa, la gang mafiosa si era scagliata con violenza contro le persone facendo 50 feriti.

Le indagini condotte da Choy e dai suoi colleghi hanno dimostrato che la polizia era presente nell’area ben prima che arrivassero i membri della gang – sospettati di appartenere alle “triadi” (le mafie locali) – e si scatenassero le violenze. La rivelazione, resa pubblica nel documentario “Hong Kong Connection”, ha messo in serio imbarazzo le Forze dell’ordine.

La produttrice è accusata di aver violato la legge mentre indagava sull’accaduto. Ella avrebbe fornito false generalità alle autorità dei trasporti per ottenere il numero di targa di veicoli usati da persone implicate nell’aggressione.

La direzione di Rthk si è detta preoccupata per l’arresto di Choy, ma ha precisato di non avere alcuna intenzione di rinunciare al proprio impegno investigativo. Per il fronte democratico, il fermo  della giornalista è un chiaro attacco alla libertà di stampa nell’ex colonia britannica.