Teheran libera 157 detenuti condannati per reati contro la sicurezza

Fra quanti hanno ottenuto la libertà vi è anche Nasrin Sotoudeh, risultata positiva al coronavirus. Il provvedimento di amnistia, concesso da Khamenei per l’anniversario della nascita di Maometto, coinvolge 3780 prigionieri. Si tratta del più importante rilascio di massa di cittadini incriminati per reati di opinione.


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - La magistratura iraniana ha annunciato nel pomeriggio di ieri il perdono di 157 prigionieri accusati di reati “contro la sicurezza”, nel contesto di un provvedimento più ampio di amnistia concesso dal leader supremo, il grande ayatollah Ali Khamenei. La decisione risale alla scorsa settimana, in concomitanza con l’anniversario della nascita del profeta Maometto. Secondo quanto riferisce il portavoce dei giudici Gholamhossein Esmaili, nell’occasione le autorità hanno cancellato o ridotto i termini della condanna a 3,780 detenuti. 

Fra quanti hanno beneficiato del perdono, prosegue Esmaili, vi sono “157 persone condannate per propaganda contro lo Stato, riunioni illegali, collusione contro la sicurezza nazionale, partecipazione agli scontri”. Analisti ed esperti sottolineano che è il più importante rilascio di massa di detenuti incriminati per reati di opinione, legati a proteste o manifestazioni del dissenso. 

Nell’annunciare il provvedimento, il portavoce della magistratura ha più volte fatto riferimento a persone detenute per aver partecipato alle proteste del 2017 e del 2019 contro una crisi economica devastante, acuita dalle sanzioni imposte dal presidente uscente Usa Donald Trump. In particolare, le manifestazioni del novembre dello scorso anno, innescate dal caro carburante, hanno provocato la morte di almeno 304 iraniani la maggior parte dei quali colpiti a morte dalle forze di sicurezza. 

Nelle scorse settimane Teheran ha rilasciato migliaia di prigionieri nel contesto delle misure adottate per contenere la diffusione del nuovo coronavirus, che nella Repubblica islamica ha registrato il maggior numero di vittime e contagi fra le nazioni del Medio oriente. In passato, i detenuti per per reati di opinione o legati a proteste di piazza erano in gran parte esclusi dai provvedimenti a dispetto degli appelli lanciati da Onu e ong pro diritti umani.

Negli ultimi 18 mesi, afferma Esmaili, “l’Iran ha perdonato o anticipato i termini del rilascio per 20mila prigionieri”. Fra quanti hanno ottenuto la liberazione negli ultimi giorni vi è anche l’attivista Nasrin Sotoudeh, per settimane in sciopero della fame per sensibilizzare sui rischi per i detenuti in tempo di pandemia. Secondo le ultime informazioni, l’attivista risulterebbe positiva al tampone molecolare a conferma della imponente circolazione del virus nelle carceri.