I cristiani celebrano p. Mike, profeta e martire dello Sri Lanka
di Melani Manel Perera

A 33 anni dall’uccisione, gruppi cristiani si sono ritrovati in videoconferenza per ricordare il sacerdote. Una personalità impegnata nella difesa dei più deboli e degli oppressi, che non aveva paura di denunciare abusi e oppressioni. Per molti ha introdotto “un nuovo modo di essere cristiani”.


Colombo (AsiaNews) - Ieri, a 33 anni dalla sua scomparsa, gruppi cristiani hanno ricordato p. Michael Rodrigo, il sacerdote cattolico ucciso a colpi di pistola il 10 novembre 1987. In tempo di pandemia di coronavirus, per le misure di distanziamento e divieto di assembramento in vigore, i fedeli hanno organizzato una videoconferenza trasmessa su Zoom per celebrare quello che molti ritengono “profeta e martire del moderno Sri Lanka”.

Il sacerdote è stato una delle voci più autorevoli nella vicenda di Uva Wellassa-Monaragala. Egli ha abbandonato la tradizionale vita del prete per recarsi nel villaggio di Uva Wellassa e vivere una esistenza più pratica e concreta, difendendo in prima persona i più sfortunati e oppressi dell’area di Buttala e dei villaggi circostanti. P. Mike è stato assassinato nella sua casa a Buttala, meglio conosciuta come “Suba Seth Gedara” (la Casa di quanti augurano il bene), per la sua lotta aperta contro le ingiustizie perpetrate ai danni dei più poveri. 

In possesso di due lauree, il sacerdote ha stravolto la sua vita abbandonando la professione di docente al seminario nazionale per vivere da povero fra i più poveri. Egli era convinto che il dialogo interreligioso, e fra persone di fede e cammino differenti, fosse la sola via da percorrere per i cattolici dello Sri Lanka. Una personalità sfaccettata e di primo piano, una guida, un difensore dei diritti, un uomo di fede e - infine - un martire.

Di seguito, il ricordo di p. Mike affidato ad AsiaNews da tre personalità cattoliche di primo piano dello Sri Lanka.

P. Nandana Manatunga, direttore del Dipartimento per i diritti umani della diocesi di Kandy
Pur sapendo che la sua vita era in pericolo, egli non ha voluto scappare via abbandonando il suo popolo. Al contrario, egli ha vissuto con la sua gente fino a venire ucciso, proprio mentre stava celebrando una messa. Non troveremo mai un sacerdote come p. Mike in Sri Lanka, perché ha saputo sfidare il peccato sino alla sua essenza strutturale e per questo egli ha pagato il prezzo con la sua vita. Oggi nessuno osa o ha il coraggio di sfidare i leader corrotti, anche i cosiddetti capi religiosi del nostro Paese vanno dietro ai politici [corrotti] per ottenere benefici personali.

Fratel Rehan Derick Fernando SJ, attivista per i diritti umani
La nostra non è una commemorazione, non è un ricordo, ma è una celebrazione. La sua conoscenza, la sua sapienza professionale unita alla saggezza sono state di grande beneficio per i poveri e gli oppressi dello Sri Lanka. Questa è proprio la migliore qualità che egli possedeva e che di lui ho maggiormente ammirato. [P. Mike] non ha solo studiato la realtà delle persone con cui egli interagiva, ma è andato in prima persona alla periferia [del mondo] per essere davvero al servizio più completo dei poveri.

P. Sherard Jayawardana, insegnante e attivista pro-diritti umani
La visione e la missione di p. Mike rappresentano una sfida per tutti noi cristiani, in special modo per i sacerdoti di questa terra. Egli si è fatto povero per rafforzare la vita dei più poveri di questa nazione, in special modo gli abitanti dei villaggi dell’area di Buttala, siano essi uomini o donne. Egli si è impegnato in prima persona nel dialogo interreligioso, dalla base fra gli ultimi ai vertici più alti. E ha sempre preso le difese dei più deboli e degli oppressi. P. Mike era accanto ai contadini e agli abitanti dei villaggi che manifestavano contro le ingiustizie legate ai progetti di sviluppo promossi dalla Palawatta Sugarono Corporation. E aveva ben compreso il perché i giovani non solo del sud, ma anche del nord avevano deciso di imbracciare le armi contro il governo. Egli ci ha aperto gli occhi davanti alle ingiustizie commesse contro i Tamil del nord e dell’est, insieme ai contadini vittime dei progetti di sviluppo delle piantagioni. Da ultimo, il sacerdote martire ha introdotto nello Sri Lanka una nuova forma, un nuovo modo di essere cristiani.