Sono accampati alle porte della capitale. Scontri con la polizia, che usa cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per fermare i dimostranti. Stallo nei negoziati tra governo e leader della protesta. I coltivatori sono contrari alla piena liberalizzazione del settore. Premier Modi: Garantiamo il prezzo minimo dei prodotti agricoli.
New Delhi (AsiaNews) – Decine di migliaia di contadini sono accampati da sette giorni alle porte della capitale per protestare contro la recente riforma del settore agricolo. Sono arrivati lo scorso fine settimana a piedi e su trattori dagli Stati di Haryana, Uttar Pradesh e Punjab. La polizia – schierata in forze – li ha fermati con cannoni ad acqua e gas lacrimogeni nei tre punti di accesso alla metropoli. I manifestanti dormono in strada o in ripari di fortuna; diversi luoghi di preghiera li aiutano rifornendoli di cibo. Il loro assedio ha mandato in tilt il traffico cittadino.
Secondo la India Brand Equity Foundation, il 58% della popolazione indiana dipende dal lavoro agricolo. Negli ultimi anni le ricorrenti siccità hanno impoverito questo strato della popolazione, una situazione aggravata dalla pandemia da Covid-19. La legislazione approvata a fine settembre liberalizza il mercato agricolo: gli agricoltori indiani possono vendere ora a chiunque a qualsiasi prezzo, invece di essere obbligati a cedere i raccolti a depositi statali a un prezzo fisso.
I coltivatori – soprattutto quelli con piccoli appezzamenti – vogliono che la riforma sia smantellata e che sia ripristinato il precedente sistema “controllato”. In alternativa, essi chiedono che sia almeno garantito un prezzo minimo per i loro prodotti.
Finora le consultazioni tra i leader della protesta e il governo non ha raggiunto alcun risultato. Un nuovo round di incontri è previsto per domani. Le autorità propongono la costituzione di un comitato ad hoc per valutare le richieste dei manifestanti. A nome dei sindacati, Jagmohan Singh, segretario generale della Bharatiya Kisan Union (Punjab), ha respinto tale proposta. Per i contadini, la creazione di comitati governativi è solo una perdita di tempo.
Il premier Narendra Modi difende l’iniziativa, affermando che porterà grandi vantaggi a decine di milioni di contadini, perché essa promuove una maggiore circolazione dei prodotti agricoli da uno Stato all'altro e al loro interno. I sostenitori del governo osservano che la normativa non smantella il sistema d’acquisto di riso e granaglie da parte delle agenzie pubbliche, e non elimina il prezzo minimo garantito dei prodotti agricoli. Per diversi osservatori, i depositi statali faticheranno però a competere con i grandi gruppi in un mercato concorrenziale.