Teheran, Paesi Ue boicottano forum economico contro l’esecuzione di Ruhollah Zam

Germania, Italia, Francia e Austria hanno ritirato la presenza ad un evento (online causa Covid-19) previsto per oggi nella capitale iraniana. Una protesta per la condanna a morte eseguita a carico del giornalista dissidente. Per Parigi è un atto “barbaro e inaccettabile”. Teheran convoca gli ambasciatori.


Teheran (AsiaNews/Agenzie) - Quattro nazioni europee hanno ritirato la partecipazione a un forum del commercio, in modalità online a causa della pandemia di nuovo coronavirus, in programma a Teheran per protesta contro l’esecuzione del giornalista dissidente Ruhollah Zam. Ad annunciare il boicottaggio dell’evento, previsto per oggi nella capitale, sono stati gli ambasciatori di Francia, Germania, Italia e Austria. 

A distanza di poche ore, gli organizzatori del forum economico hanno deciso di rimandare l’evento a data da destinarsi. 

Intanto l’esecuzione del giornalista dissidente continua ad alimentare lo scontro fra Europa e Repubblica islamica, secondo cui Ruhollah Zam avrebbe usato social e applicazioni di messaggistica per fomentare il dissenso e incitare alla rivolta. 

Il giornalista aveva beneficiato dell’asilo politico concesso dalla Francia, dopo aver documentato le proteste di massa del 2017 nei suoi mezzi di informazione online. Egli è stato catturato in circostante non del tutto chiarite mentre si trovava in Iraq, per poi essere estradato nel Paese vicino. Il 12 dicembre l’esecuzione della pena capitale tramite impiccagione. 

In una nota il governo francese ha definito la condanna a morte un atto “barbaro e inaccettabile”, contrario agli obblighi internazionali sottoscritti dall’Iran. Parole di biasimo anche dai vertici dell’Unione europea, alle quali Teheran ha risposto convocando gli ambasciatori di Parigi e Belino, che dal primo luglio scorso detiene il semestre di presidenza della Ue. 

Assieme alla campagna di boicottaggio dell’evento commerciale, i rappresentanti diplomatici europei hanno lanciato sui social l’hashtag #nobusinessasusual.

Ruhollah Zam, figlio del leader religioso riformista Mohammad Ali Zam, era il responsabile e curatore di Amad News, popolare sito di notizie anti-governativo che secondo i vertici della Repubblica islamica avrebbe fomentato le rivolte del 2017-18. Il network, con oltre un milione di follower su Telegram, era solito condividere immagini e video delle manifestazioni, smentendo la versione ufficiale delle dimostrazioni fornita dalle autorità. 

A inizio anno Zam è stato condannato per “corruzione sulla Terra”, traduzione (o meglio interpretazione) dell’espressione “Mofsed-e-filarz”. Si tratta di un crimine creato dall’ayatollah Khomeini post rivoluzione islamica, e fra quelli puniti con maggiore durezza dal codice penale, spesso usato per eliminare gli oppositori accusandoli di un comportamento maligno condannato dal Corano. Attivisti e ong internazionali affermano che il giornalista dissidente è vittima di un “processo ingiusto” basato su confessioni “estrapolate con la forza”.